Degrado, migliorata la situazione alle ex Reggiane

Ma nei capannoni in disuso vive ancora una sessantina di persone poverissime

Il prefetto di Reggio Emilia, Maria Forte

Il prefetto di Reggio Emilia, Maria Forte

 Reggio Emilia, 5 dicembre 2018 - E' migliorata negli ultimi mesi la situazione di degrado e insicurezza di alcuni immobili industriali dismessi nella zona delle e x officine Reggiane, divenuti dimora di senzatetto e spacciatori. A constatarlo e' il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica che si e' riunito oggi in Prefettura, per l'analisi delle azioni messe in campo da Comune e forze dell'ordine, tra cui la pulizia dell'area, la chiusura dei varchi di accesso dei capannoni inutilizzati e i percorsi di uscita dalla zona e di inserimento nel contesto urbano delle persone regolari seguite dal sistema dei servizi sociali. Tutte iniziative, sottolinea il sindaco Luca Vecchi, grazie alle quali (unitamente ai controlli periodici delle forze dell'ordine), "il carico di presenze nella zona si e' alleggerito" . Iniziative che "hanno concorso a rendere meno problematica la situazione". Non si tratta pero' di interventi una tantum, puntualizza il sindaco, "ma di un'opera costante e continuativa nel tempo che proseguirà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi contribuendo a rendere la zona delle ex Reggiane, al pari di tutte le altre, una zona presidiata e vigilata in cui il mix di controlli e di attività di inclusione sociale permetterà di risolvere le criticità precedentemente presenti". “In effetti - si legge in un comunicato della prefettura - dopo la conclusione dei lavori di bonifica e di interdizione dell’area svolti dal Comune s ono stati, da diversi mesi, intensificati i servizi di sicurezza, anche mediante mirati controlli, per contrastare le forme di illegalità”. I controlli effettuati nel corso degli ultimi mes i “hanno evidenziato la presenza di circa sessanta persone, di cui i due terzi risultano regolari e stanziali per condizioni di estrema povertà. Sono state adottate finora due espulsioni”. Al termine dell'incontro è stato sottolineato come le strategie elaborate abbiano “consentito di dare un segnale di discontinuità rispetto al passato, tant’è che non sono stati registrati nuovi “ingressi” ed hanno evitato che l’area diventasse una zona “franca” senza controllo”. Per questo motivo il Comitato ha deciso la prosecuzione di tali iniziative: fra tre mesi un nuovo summit