"Oggi si riesce ad anticipare la diagnosi"

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Sara

Montepietra*

La sclerosi è una patologia di genere (i 23 sono donne) che interessa l’età giovane adulta e costituisce la prima causa di disabilità dopo i traumi: la base della malattia è data da un’alterazione complessa del sistema immunitario a genesi multifattoriale, che determina un danno alla mielina e altera la trasmissione dell’impulso nervoso. Nel tempo ci sono stati molti cambiamenti positivi per la disponibilità di nuove terapie a meccanismo d’azione mirato sulla parte di sistema immunitario danneggiato. I farmaci di cui disponiamo oggi, tra cui gli anticorpi monoclonali, hanno infatti un’azione selettiva e consentono di controllare maggiormente la malattia sia clinicamente sia a livello neuroradiologico. Un aspetto che va di pari passo con queste innovazioni è quella del monitoraggio della terapia stessa, per essere somministrata in sicurezza; prima di iniziare una terapia i pazienti sono dunque sottoposti a screening infettivologici e vaccinali. Altri aspetti importanti di novità sono sicuramente l’attenzione posta sugli aspetti comunicativi della patologia (momento estremamente delicato affiancato dalla figura dello psicologo se necessario) e la creazione di un pdta (percorso diagnostico terapeutico assistenziale) in cui vengono declinate tutte le prestazioni che devono essere garantite a seconda dei sintomi del paziente. Molto curato è anche il percorso di pianificazione di gravidanza; oggi molte pazienti possono avere figli purché la cosa venga gestita con il neurologo di riferimento. Possiamo parlare anche dell’anticipazione della diagnosi: oggi esistono nuovi metodi classificativi che, grazie ad altri dati, permettono di ottenere un vantaggio sulla patologia, trattando meglio e tempestivamente i pazienti. Non abbiamo ancora farmaci in grado di fermare il danno, quanto piuttosto di rimodulare l’infiammazione, ma le strade di ricerca sono sempre in corso.

*responsabile centro clinico provinciale SM