BENEDETTA SALSI
Cronaca

Omicidio di Juana Cecilia Genco chiede lo sconto "La pena è troppo alta"

L’uomo era stato condannato a 29 anni e 3 mesi per aver violentato e sgozzato la ex di 34 anni nel parco di via Patti. La procura vuole l’ergastolo.

Omicidio di Juana Cecilia  Genco chiede lo sconto  "La pena è troppo alta"

Omicidio di Juana Cecilia Genco chiede lo sconto "La pena è troppo alta"

di Benedetta Salsi

Ha fatto appello, Mirko Genco, reo confesso del brutale omicidio di Juana Cecilia Hazana Loayza, avvenuto nella notte fra il 19 e il 20 novembre 2021 in un parco nella zona di via Patti a Reggio.

Ora detenuto nel carcere di Modena, ha chiesto – tramite il suo nuovo difensore, Vincenzo Belli – che gli sia riconosciuto "il minimo della pena" a fronte del suo comportamento processuale (ha confessato e ha collaborato durante il processo) e dei suoi traumi familiari e personali pregressi (fu a sua volta figlio di una vittima di femminicidio).

Il 4 marzo scorso Genco, 28enne residente a Parma, era stato condannato a 29 anni e tre mesi dalla Corte d’Assise di Reggio – presieduta dal giudice Cristina Beretti, a latere Giovanni Ghini e i giudici popolari – come autore dell’omicidio volontario aggravato e della violenza sessuale nei confronti della ex fidanzata. La 34enne di origine peruviana era madre di un bimbo di appena due anni, nato da una precedente relazione.

Il sostituto procuratore Maria Rita Pantani, che ha portato avanti l’indagine, aveva chiesto per lui l’ergastolo con isolamento diurno di 18 mesi. "Uno tra i delitti più efferati della nostra provincia", aveva sottolineato l’accusa, elencando le "16 menzogne dell’imputato".

Genco, che in passato era già stato denunciato da Juana Cecilia per stalking, quella maledetta notte l’aveva raggiunta dopo aver visto una foto della donna pubblicata sui social network durante una serata spensierata con gli amici.

Stando alle accuse l’avrebbe violentata e sgozzata nel parco sotto casa della donna, registrando tutto con il suo telefonino. Nella memoria del suo cellulare, infatti, è stato trovato il file audio con gli ultimi 53 minuti di vita di Juana Cecilia.

Dalla registrazione, conclusa alle 3.05, gli inquirenti avano raccolto numerosi elementi poi comparati con la sua confessione. "Volevo tenere la sua voce per ricordo perché quello sarebbe stato l’ultimo giorno in cui l’avrei vista perché sua madre non voleva che ci vedessimo", aveva detto l’imputato.

Anche la procura di Reggio, con il pm Pantani, ha fatto ricorso alla sentenza chiedendo che per lui sia applicato l’ergastolo. L’Appello è già stato fissato per fine novembre e verrà discusso dalla procura generale.