ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Omicidio Montruccoli, respinto il processo bis. La madre si sfoga: “Incubo finito”

Rigettata la domanda di revisione presentata dall’avvocato Taormina, per due albanesi già condannati

Omicidio Montruccoli: lo sfogo della madre

Omicidio Montruccoli: lo sfogo della madre

Quattro Castella (Reggio Emilia), 28 maggio 2025 – È stata rigettata ieri dai giudici della Quinta sezione penale della Cassazione la richiesta di rivedere il processo per l’omicidio in cui fu ucciso Marco Montruccoli.

Sentenza, dunque, di nuovo confermata per i due albanesi che furono già condannati in via definitiva per l’assassinio alle Forche di Puianello, dove il 2 febbraio 2015 il 34enne Marco Montruccoli fu raggiunto da 14 coltellate nella casa di via Coppi 2. Nell’aprile 2019, i giudici di terzo grado confermarono le condanne decise in Appello dalla Corte d’Assise: 22 anni per Fatmir Hykaj, di Modena, e 13 anni per Daniel Tufa, di Sassuolo.

La madre della vittima, Mara Guidetti, raggiunta al telefono si è sciolta in lacrime: “È la fine di un incubo e di una tortura – dice –. Giustizia è stata fatta. Voglio che il mio Marco sia finalmente lasciato in pace. Mentre l’altro mio figlio Matteo, che quel giorno fu sfiorato al pericardio, è vivo per miracolo”.

In primo grado gli imputati furono condannati a 20 anni e a 6 anni: il tribunale reggiano ritenne Hykaj colpevole per la morte, con eccesso doloso di legittima difesa, riconoscendo l’attenuante della provocazione ma non l’aggravante della crudeltà. In Appello si ribaltò la posizione di Tufa: in primo grado fu ritenuto estraneo al delitto, e condannato a 6 anni per il tentato omicidio di Matteo Montruccoli, il fratello di Marco; ma poi l’Appello gli inflisse 13 anni per omicidio in concorso.

Presentando una ricostruzione alternativa, l’avvocato difensore Carlo Taormina ha chiesto inizialmente la revisione per Hykaj, che nel luglio 2024 fu respinta dalla Corte di Appello di Ancona. Poi il legale aveva impugnato in Cassazione anche per l’altro condannato, chiedendo il proscioglimento. In Cassazione il procuratore generale della Cassazione ha chiesto il rigetto. La difesa ha invece chiesto di riaprire il processo alla luce di nuove potenziali prove. Marco lasciò la madre Mara e il padre Mario, oltre alla sorella Martina, la moglie Veronica Pignoli e i loro due figli, tutti assistiti dagli avvocati Giovanni Tarquini e Francesca Guazzi.

“La Suprema corte ha fatto la scelta più corretta rigettando un ricorso che non aveva presupposti di fatto e di diritto. Riaprire il processo – dichiara Tarquini – avrebbe significato riaprire anche una ferita”. Il fratello Matteo Montruccoli, ieri presente in aula a Roma, è assistito dall’avvocato Marco Fornaciari, così come Barbara Tassoni.

“Esprimiamo soddisfazione - dichiara l’avvocato Fornaciari -. La Cassazione ha riconfermato la sentenza di secondo grado, che era molto solida”. L’avvocato Carlo Taormina, codifensore insieme all’avvocato Gisella Mesoraca: “Dopo tanti anni di professione, dico che se non è stata ravvisata la legittima difesa e credo che non lo sarà mai più. Hykaj si trova in carcere senza responsabilità almeno per esercizio colposo. Per Tufa, che ha già scontato la pena, non si capisce quale sia stata la partecipazione”. Taormina potrebbe valutare un’altra domanda: “Non escludo di chiedere la grazia”.