Omicidio Pedrazzini a Toano, giallo sul movente: fermati moglie, figlia e genero

Svolta nelle indagini sull’uomo trovato morto nel pozzo adiacente alla casa di famiglia a Cerrè Marabino. I tre sono indagati anche per soppressione di cadavere e sequestro di persona. A chi chiamava per chiedere dove fosse, rispondevano: "Sta bene"

Giuseppe Pedrazzini, il recupero del corpo

Giuseppe Pedrazzini, il recupero del corpo

Toano (Reggio Emilia), 13 maggio 2022 - "Omicidio? Come omicidio?!". Sono letteralmente sobbalzati dalla sedia su cui erano seduti, in uno degli uffici del Comando dei carabinieri di Castelnovo Monti, quando il pubblico ministero Piera Cristina Giannusa, il sostituto della Procura della Repubblica di Reggio, che ha in mano il fascicolo riguardante la morte di Giuseppe Pedrazzini, ha contestato l’ipotesi di reato più grave alla figlia del 77enne trovato morto all’interno di un pozzo in prossimità della casa di famiglia e a suo marito. Perché di questo si tratta e non solo.

Accuse pesanti

Gli inquirenti, al termine di quattro ore di interrogatorio, hanno formalizzato il fermo nei confronti della moglie di Pedrazzini, Marta; della figlia Silvia e del genero Riccardo per le ipotesi di reato di omicidio, soppressione di cadavere e sequestro di persona per cui era scattata l’indagine nella giornata di martedì. Figlia e genero, durante il ‘botta e risposta’ con il pm Giannusa durato dalle 9.30 della mattina presso il Comando dei carabinieri di Castelnovo Monti e terminato alle 13.30, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, proclamandosi del tutto estranei alla vicenda che viene contestata loro. I due sono assistiti di fiducia dall’avvocato Ernesto D’Andrea del foro di Reggio.

Anche la signora Marta è stata sottoposta ad interrogatorio e fermo indiziario, per le stesse ipotesi di reato degli altri due indagati. La signora, difesa di fiducia dall’avvocato Rita Gilioli, anche lei del foro di Reggio, si è avvalsa, lei pure, della facoltà di non rispondere. "La mia assistita è davvero molto provata", si è limitata ad affermare l’avvocato Gilioli al termine di una mattinata davvero difficile per la sua assistita. Parole che evidenziano un profondo stato di prostrazione fisica e psicologica, tanto che la donna, durante l’interrogatorio con la dottoressa Giannusa, ha accusato un malore. Al comando dei carabinieri castelnovesi è stata chiamata anche l’ambulanza per prestare soccorso alla donna, la quale, fortunatamente, si è ripresa abbastanza prontamente riuscendo a terminare il suo interrogatorio.

In carcere

Sussistendo per tutti e tre “gravi indizi di colpevolezza“, i famigliari di Pedrazzini, sono stati associati alla Casa circondariale di Reggio, in via Settembrini, dove attendono l’udienza di convalida che è programmata per lunedì mattina davanti al Giudice delle Indagini preliminari Dario De Luca, presso il tribunale di via Paterlini.

Movente e punti oscuri

Nel mentre gli inquirenti proseguiranno in questi giorni con tutti gli accertamenti tecnici necessari per arrivare a definire in modo nitido i contorni di una vicenda con molti punti oscuri. Il movente, per esempio, risulta, allo stato attuale, ancora non del tutto chiarito. Potrebbe essere di natura economica, ma anche su questo emergono elementi contrastanti. Si parla di dissapori riguardo la destinazione dei terreni circostanti la casa di via Martiri della Resistenza. Che però, a quanto pare, sarebbero di proprietà della moglie e non del signor Pedrazzini (il quale era semplicemente titolare di pensione).

Vi sarebbe anche l’elemento – che le difese si ‘giocheranno’ a tempo opportuno – dell’allontanamento volontario del 77enne. Magari per dei problemi di salute? Ma allora, perché, se questo sarebbe stato il caso, non denunciarne la scomparsa? E perché rispondere a parenti e amici che chiedevano lumi su dove fosse Giuseppe: "Sta bene. Va tutto bene"?. Anche questi sono aspetti che dovranno essere chiariti nell’indagine.

In attesa dell’autopsia sul corpo della vittima che quasi certamente sarà disposta e che aiuterà almeno a capire ’il come’ è morto Pedrazzini; il pozzo, i terreni e la casa di proprietà dove abitava tutta la famiglia dell’uomo sono stati sottoposti a sequestro. Su questi quasi sicuramente verranno svolti svariati accertamenti tecnici; con conseguente possibile nomina di consulenti di parte, sia per quanto riguarda la Procura che per i difensori degli indagati.