Omicidio Silipo, chiuse le indagini

Il pm Giannusa accusa Sestito di omicidio volontario, aggravato da premeditazione, crudeltà e futili motivi

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La Procura ha concluso le indagini preliminari sull’omicidio avvenuto il 23 ottobre a Cadelbosco. Quel giorno Salvatore Silipo, 28enne nativo di Crotone e residente a Santa Vittoria di Gualtieri, è stato freddato da un colpo di pistola che, secondo gli investigatori, è stato esploso dal suo ex datore di lavoro, il 70enne Dante Sestito, titolare dell’officina dove il ragazzo è morto. Il pm Piera Cristina Giannusa, che ha coordinato gli accertamenti dei carabinieri, ha formulato per lui l’accusa di omicidio volontario, aggravato da premeditazione, crudeltà e futili motivi. Oltre a ricettazione e porto illegale d’arma. Non viene al momento ipotizzato uno sfondo mafioso. Le modalità sono apparse quelle di un’esecuzione: Silipo è stato ferito tra collo e nuca. La difesa, affidata all’avvocato Luigi Colacino, aveva parlato di "colpo partito per sbaglio". I parenti della vittima sono tutelati dall’avvocato Mattia Fontanesi. Secondo una prima ricostruzione, Sestito lamentava ammanchi di pneumatici e li avrebbe imputati a chi aveva lavorato per lui fino a dieci giorni prima. Poi avrebbe convocato tre persone in officina, dove la situazione è degenerata. Per l’accusa, Sestito avrebbe ucciso Silipo dopo averlo fatto inginocchiare. Lui si era presentato col fratello Francesco, che sarebbe scappato e poi tornato dopo insieme a un cugino, Piero Mendicino, che ha dato l’allarme. Il figlio di Dante, Antonio Sestito, figura tra i 184 imputati nell’udienza preliminare scaturita dall’operazione ‘Billions 2020’: secondo la Procura, parte dei proventi dell’officina sarebbe derivata da fatture per operazioni inesistenti. Nell’avviso di fine indagini per l’omicidio compare solo il padre Dante: ora avrà venti giorni per decidere se sottoporsi a interrogatorio o produrre memorie difensive, dopodichè il pm potrà chiedere il rinvio a giudizio.

Alessandra Codeluppi