REDAZIONE REGGIO EMILIA

Operazione Sisma, la requisitoria. Chiesti 23 anni per i due Todaro

Quattordici anni per Giuseppe e nove per il padre Raffaele, imparentati con il boss Dragone. Al figlio si contestano i reati di concussione, estorsione, abuso d’ufficio e emissione di fatture false.

Di Giuseppe Todaro sono state ripercorse le intercettazioni in cui, secondo gli inquirenti, parlava di favori e di protezione. Suo padre Raffaele è stato presentato come un referente delle attività commerciali sul territorio. Entrambi, residenti a Reggiolo e ora in custodia cautelare in carcere, avrebbero mirato a recuperare denaro per agevolare la ‘ndrangheta. Antonio Dragone - il boss di Cutro ucciso nel 2004, a cui subentrò Nicolino Grande Aracri - è il nonno di Giuseppe Todaro: lui, architetto, fino al 2021 è stato il tecnico esterno incaricato di istituire le pratiche per avere i finanziamenti per ricostruire gli edifici privati nei comuni mantovani colpiti dal terremoto del 2012. Il 37enne è accusato di condotte illecite per facilitare la concessione di contributi pubblici destinati al ripristino degli immobili. Soldi in cambio di una corsia preferenziale per avere i risarcimenti: secondo la Dda di Brescia, quel denaro sarebbe stato poi reimpiegato nella gestione di attività a favore della cosca Dragone-Ciampà. Entrambi sono difesi dagli avvocati Giuseppe Migale Ranieri e Silvia Salvato. Nell’operazione ‘Sisma’, condotta dai carabinieri di Mantova, i magistrati della Dda di Brescia avevano chiesto il rinvio a giudizio per 21 persone, di cui 11 reggiani. Nell’udienza preliminare a Brescia, ieri i pm Claudia Moregola e Paolo Savio hanno chiesto la condanna per sette imputati che hanno scelto il rito abbreviato. Sono stati domandati 14 anni per Giuseppe Todaro e 9 anni per il padre Raffaele: a padre e figlio si contestano i reati di concussione ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, al 37enne episodi di corruzione, estorsione e abuso d’ufficio. Per Enrico Ferretti (1975), di Guastalla, consulente finanziario accusato di trasferimento fraudolento di valori, sono stati chiesti 2 anni e 8 mesi: secondo l’accusa, tramite l’agevolazione di Ferretti, i Todaro avrebbero attribuito a un terzo un conto corrente bancario a Soliera (Mo) con somme ricondotte a padre e figlio. Per Antonio Durante (1958), residente a Reggio, e Alfonso Durante (1989), di Castelnovo Sotto, chiesti 3 anni: i due, come amministratori della Global Consorzio, sono accusati di aver emesso fatture per operazioni inesistenti per permettere alla Bondeno srls, ricondotta ai Todaro, di evadere le imposte. Due cittadini si sono costituiti parte civile contro Giuseppe Todaro. In un caso si tratta di una presunta estorsione di denaro avvenuta tra Suzzara (Mn) e Reggiolo verso un pensionato: dopo che il Comune di Gonzaga aveva sospeso la pratica, l’architetto avrebbe preteso soldi da lui minacciando la perdita del contributo pubblico per la casa. L’avvocato Claudio Terzi, che fu anche sindaco di Gonzaga all’epoca del sisma, ha chiesto 20mila euro di provvisionale più 30mila di risarcimento. Nell’altra vicenda, il 37enne reggiolese è accusato di aver costretto un geometra a conferire l’appalto per ricostruire un edificio a Villa Poma a ditte ricondotte a lui e al padre Raffaele, procurandosi così un ingiusto profitto di 190mila euro.

Alessandra Codeluppi