
La docu-intervista della Federazione al neo ct del Brasile nato nella Bassa
A Madrid era ‘Re Carlo’. In Brasile, che l’ha accolto come il salvatore della patria calcistica, "mi chiamano già ‘Carlinho’. E mi piace". Ma per tutti gli italiani è semplicemente Carletto Ancelotti, specie nella sua Reggiolo che non dimentica mai, neppure in una videointervista omaggio a Vivo Azzurro, la tv della federazione italiana.
"Nonostante l’umidità e le zanzare – ha detto il neo ct della Seleçao – Reggiolo resta il posto più bello del mondo che porterò sempre nel cuore". Le immagini inquadrano proprio dall’alto il paese della Bassa dov’è nato e da cui ha spiccato il volo prima da calciatore e poi da allenatore (la sua carriera in panchina cominciò nel ’95-’96 alla Reggiana).
"Non vengo spessissimo, ma quando torno a trovare mia sorella che abita nelle vicinanze è un posto in cui mi ricarico e rittrovo grande energia dopo lo stress e le pressioni del campo. E riaffiorano i ricordi vivi di gioventù che è stata bella. Non c’è mai stata una discussione in casa, l’unica cosa che mancavano erano i soldi, ma non se ne parlava mai. E il pranzo o la cena non mancavano mai a tavola. Siamo sempre stati una famiglia con grande armonia".
Ancelotti poi ha raccontato aneddoti, ripercorrendo la sua lunga carriera e le tante vittorie sia sul campo sia in panchina, specie le Champions sollevate con Milan e Real Madrid.