Ordine Avvocati, i dimissionari: "Poca trasparenza"

Gli otto legali spiegano: "La presidente non ha rispettato la collegialità"

Gli avvocati che si sono dimessi dal ruolo di consiglieri dell’Ordine professionale (Francesca Corsi, Marcello Fornaciari, Paolo Nello Gramoli, Matteo Marchesini, Franca Porta, Francesca Preite, Giulio Sica, Maura Simonazzi) hanno inviato a tutti i colleghi una lettera in cui spiegano la loro scelta e polemizzano con la versione data da Celestina Tinelli, ex presidente disarcionata in seguito alla loro mossa. Manca la firma di Franco Mazza, altro dimissionario. L’Ordine va verso il commissariamento. "Nessun fulmine a ciel sereno: i segnali del disagio erano assolutamente noti. In maggio e in settembre, sono intervenute per ben due volte le dimissioni di uno dei consiglieri, motivate, almeno le seconde, da gravi dissidi con la presidente. La revoca è stata possibile solo a seguito dell’impegno, assunto dalla presidente e da tutti i componenti, di cambiare passo nella gestione dell’Ordine. Ma non si è verificata l’auspicata svolta verso la collegialità, tant’è che altri due consiglieri hanno rassegnato le dimissioni da gruppi di lavoro e commissioni. Dall’inizio della emergenza sanitaria, abbiamo percepito una crescente difficoltà della presidente a rapportarsi con la collegialità e con le prerogative del consiglio". Nel mirino "atteggiamenti non accettabili nei confronti di opinioni espresse da consiglieri, la mancata convocazione senza alcun motivo di alcuni consiglieri a riunioni di uffici, gruppi di lavoro e commissioni di cui erano componenti, la mancata o tardiva messa a disposizione di materiali, la non rara richiesta al consiglio di intervenire in ratifica su documenti già firmati, senza una preventiva discussione". Infine "lamentiamo alcune iniziative della presidente verso terzi, sulle quali il consiglio non è stato coinvolto, né prima per ottenere mandato, né successivamente per riferire, atteggiamenti culminati con la vicenda dell’audizione della presidente al Csm (sulle chat tra il procuratore capo Marco Mescolini e Luca Palamara, ndr) della quale si è appreso dai quotidiani e sulla quale la presidente ha opposto al consiglio un improbabile segreto".

al.cod.