Reggio Emilia, un lungo applauso per salutare Otello Montanari

I funerali del partigiano celebre per l'appello "Chi sa parli". A salutarlo davanti al Museo del Tricolore anche il compagno Alì IL COMMENTO di Beppe Boni / Otello Montanari, l'uomo della scomoda verità

Il momento del ricordo davanti al feretro di Otello Montanari

Il momento del ricordo davanti al feretro di Otello Montanari

Reggio Emilia, 18 aprile 2018 – Un grande applauso corale per dare l’addio oggi pomeriggio a Otello Montanari, l’uomo del “Chi sa parli”, morto a 91 anni nella notte fra ieri e lunedì. I funerali del partigiano – che aprì una nuova pagina di storia per fare luce su alcuni delitti commessi da compagni partigiani nel periodo finale della Seconda Guerra Mondiale, ma anche dopo, tra i quali l’omicidio di Don Pessina – si sono svolti davanti al Museo del Tricolore, dietro al Municipio, affacciandosi in piazza Casotti. Quel museo nato grazie alla sua battaglia per il riconoscimento alla città del Primo Tricolore, litigando con l’allora premier Bettino Craxi.

IL COMMENTO di Beppe Boni / Otello Montanari, l'uomo della scomoda verità

A dargli l’ultimo saluto, oltre all’intervento del sindaco Luca Vecchi («Ci lascia in eredità i valori della libertà, della democrazia e della verità; una strada che dobbiamo essere in grado di continuare a percorrere», ha detto) e del presidente dell’Anpi, Ermete Fiaccadori («Il suo coraggio, le sue idee e le sue ricerche storiche resteranno impresse nella memoria della città»), ha parlato anche Giglio Mazzi, al secolo “Alì”, compagno di battaglia partigiana di Otello Montanari. Ha raccontato quell’agguato dal quale si salvarono, in cui rimasero feriti da un ufficiale delle Ss italiane sulla via Emilia nel giorno di Capodanno del ’45, nei pressi di Masone. «Per me sarà sempre un punto di riferimento indimenticabile», ha detto commosso.