Otto anni di maltrattamenti: condannato

Pena di tre anni per un uomo che ha sottoposto la moglie a vessazioni e minacce. E’ stato assolto dalle accuse di violenza sessuale

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di Alessandra Codeluppi

Lui, un 49enne, è finito a processo con l’accusa di aver sottoposto la convivente a pesanti vessazioni per otto anni. E anche di averla costretta, in almeno tre occasioni, a subire rapporti sessuali non voluti, nel febbraio 2015, minacciando di cacciarla di casa se lei lo avesse respinto. L’uomo l’avrebbe insultata con parolacce e frasi di questo tenore: "Sei uno straccio di donna, non pulisci, pulisci schiava". Non solo: l’avrebbe picchiata ripetutamente, anche durante la gravidanza. E in presenza del figlio minore. L’avrebbe anche minacciata di morte più volte: "Io ti ammazzo, non ti faccio trovare da nessuno". E ancora: "Ti apro la testa e ti metto in un sacco nero. Ti sgozzo come un capretto e faccio lo stesso con tutti i vicini che si permettono di parlare contro di me".

Il collegio dei giudici, presieduto da Simone Mediolo Devoto, a latere Chiara Alberti e Michela Caputo, ha condannato l’imputato a 3 anni, riconoscendolo responsabile dei maltrattamenti che è accusato di aver commesso dal 2007 al febbraio 2015. Mentre lo ha assolto dal reato di violenza sessuale. Il pm Valentina Salvi, titolare del fascicolo, ha chiesto una condanna di 3 anni e 10 mesi. La difesa, affidata all’avvocato Rosa Apadula, aveva domandato l’assoluzione per entrambi i capi di imputazione.

La donna sporse denuncia sette anni fa, poi nel 2016 fu accolta da un centro antiviolenza, mentre il figlio fu collocato dal padre e seguito dai servizi sociali. All’esito delle indagini preliminari, il pm Salvi aveva chiesto il rinvio a giudizio per il 49enne.

Nel processo la donna ha deciso di costituirsi parte civile, affidandosi all’avvocato Enrico Fontana: secondo la pubblica accusa, lei avrebbe subìto "continue vessazioni fisiche, psicologiche e morali", che le avrebbero causato "grave sofferenza". Per l’ex convivente i giudici hanno disposto una provvisionale di 5mila euro, il rimborso delle spese legali e il risarcimento danni in sede civile. La difesa potrebbe valutare di ricorrere in Appello.