Padre di Saman, il ministro Nordio chiede al Pakistan la partecipazione al processo

Ennesimo rinvio per l’udienza di Shabbar Abbas: si torna in aula a Islamabad dopodomani

Saman e il padre Shabbar

Saman e il padre Shabbar

Reggio Emilia, 21 febbraio 2023 – Ormai si è perso il conto in Pakistan dei rinvii di udienza per decidere sull’estradizione di Shabbar Abbas, il padre di Saman.

Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha trasmesso all'omologo pakistano e alle competenti autorità locali la richiesta di assistenza giudiziaria ricevuta dalla Corte d'assise di Reggio Emilia.

Il padre della ragazza, accusato dalla Procura di Reggio dell’omicidio della figlia 18enne – avvenuto tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021 a Novellara – tornerà dopodomani in aula a Islamabad. Stamattina erano presenti il pubblico ministero e l’avvocato difensore di Shabbar il quale ha presentato istanza di convocazione del funzionario del Ministero degli Interni del Governo italiano che ha istituito il fascicolo con la richiesta di estradizione. Una mossa volta all’esame in contraddittorio in aula della documentazione. La corte ha accolto la richiesta e ha emesso un ordine di convocazione del funzionario, fissando la prossima udienza appunto per il 23 febbraio.

A sua volta, quindi, il Guardasigilli ha inoltrato alle autorità del Pakistan la rogatoria con richiesta di assicurare – “con celerità” – una videoconferenza per permettere la partecipazione da remoto di Shabbar Abbas alle udienze del processo a suo carico in corso in Italia.

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Shabbar si trova in carcere in Pakistan dal novembre scorso quando venne arrestato su mandato di cattura internazionale e dopo una latitanza di un anno e mezzo. Una settimana dopo fu ritrovato il cadavere di Saman su indicazione dello zio Danish Hasnain, ritenuto l’esecutore materiale del delitto d’onore e tuttora in carcere a Reggio dov’è imputato assieme – oltre allo stesso Shabbar e a Nazia Shaheen, la madre della ragazza, ancora latitante – a Ikram Ijaz, Nomanhulaq Nomanhulaq, cugini di Saman, con le accuse di omicidio premeditato, sequestro di persona e soppressione di cadavere. Il processo è cominciato il 10 febbraio scorso davanti alla Corte d’Assise del tribunale di Reggio Emilia, alla presenza in aula dello zio e dei cugini, ma non dei genitori.