"Padrona di casa deruba la colf mentre stira"

Secondo le accuse la 62enne avrebbe preso il bancomat e prelevato somme per 9mila euro alla sua domestica. La difesa: "No, è benestante"

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Lei, una moldava, lavorava come colf per una donna residente a Cadelbosco. Ma, secondo la ricostruzione dell’accusa, mentre la prima sbrigava le faccende domestiche, anche la padrona di casa avrebbe fatto la colf a modo proprio, ‘ripulendole’ il conto corrente. Secondo quanto contestato, la proprietaria, che oggi ha 62 anni, chiamava la moldava a stirare nella propria abitazione. Poi, mentre la lavoratrice, una 40enne, si dedicava ai panni, la 62enne prendeva la sua carta di credito dalla borsetta e poi andava a fare prelievi. La moldava, che stirava in un locale diverso da quello in cui avrebbe lasciato i propri oggetti personali, non si sarebbe accorta di nulla. La padrona avrebbe scoperto il codice pin perché la moldava lo avrebbe custodito (incautamente) in un foglietto tenuto insieme alla card. Stando al conteggio degli ammanchi, tra il settembre 2020 e l’aprile 2021 la 62enne è accusata di aver fatto almeno 34 prelievi. In più occasioni ne avrebbbe fatti anche due nello stesso giorno, per un totale di oltre 9mila euro. Per diversi mesi la colf, che non disponeva del servizio home banking, non si sarebbe accorta degli ammanchi. Un giorno, però, leggendo l’estratto conto, avrebbe notato una somma finale troppo ribassata, costellata di prelievi fatti nei momenti in cui lei stava stirando in quella casa. Così ha sporto denuncia ai carabinieri di Cadelbosco, che hanno avviato le indagini analizzando le telecamere delle banche: da qui si sarebbe arrivati a identificare la padrona di casa. La colf avrebbe anche riferito di essersi confidata con la 62enne e che questa avrebbe cercato di dissuaderla dal denunciare. E sostiene che sarebbe stata talvolta pagata con i soldi presi dal suo stesso conto. Il giudice Ramponi ha accolto la richiesta del pm, disponendo il rinvio a giudizio della 62enne per furto e utilizzo fraudolento di carta di credito. La 40enne, assistita dall’avvocato Claudio Vincetti, intende costituirsi parte civile nel processo che inizierà in gennaio. La padrona di casa respinge gli addebiti. "Le accuse si basano solo sulle dichiarazioni della donna. Al vaglio c’è un unico filmato, con un prelievo giustificato perché lei aveva pagato per la colf, in difficoltà, un bollo. E poi quando la colf andò dai carabinieri la prima volta, la padrona di casa la accompagnò. Oltretutto – dichiara l’avvocato difensore Rosanna Beifiori – la mia assistita è benestante. A nostro avviso le accuse sono infondate".

Alessandra Codeluppi