Reggio Emilia, 16 ottobre 2024 – Su un tavolo lungo Corso Garibaldi compare una cassetta in legno aperta, al suo interno ci sono diversi tipi di pagnotte. "Si fanno panini da 1,50 euro, con pane arabo e mortadella" recita il cartello, che rilancia un intramontabile boccone di felicità. È stato esposto da Omar Fontanesi e Daniela Govi, coniugi e proprietari della storica bottega alimentare Fontanesi, al civico 51 A.
"Vogliamo dare l’idea di quanto possa costare un panino farcito, che a volte è anche uno sfizio da passeggio", spiegano i coniugi. Un euro e cinquanta centesimi è giusto il prezzo per una pagnotta di pane arabo e qualche fetta di mortadella: "Il panino non è grandissimo – precisano –, mentre per la scelta del salume abbiamo optato per la mortadella che, seppure la nostra sia di qualità, senza glutine e polifosfati, ha un prezzo base inferiore rispetto agli altri insaccati".
In un periodo storico in cui le botteghe abbassano definitivamente le saracinesche e il centro si svuota, un cestino di pane diventa ’la novità’, che attrae. "È un modo per farsi notare ma serve soprattutto a comunicare che con con pochi euro si può mangiare qualcosa, poi il prezzo di un panino varia anche dalla farcitura e dal peso".
L’idea ai reggiani è piaciuta molto, tanto che c’è persino chi chiama la mattina per ordinare il panino da ritirare alle 13. "Gli ordini arrivano principalmente da chi lavora in ufficio; poi ci sono gli studenti, i tifosi che vanno a seguire le partite di basket e qualche turista del sabato". Omar e Daniela, che gestiscono la gastronomia dal 1988, sono resilienti alla crisi del commercio urbano che sembra non lasciare scampo: "Il segreto è essere innovativi, sperimentare e trovare la soluzione a eventuali battute d’arresto".
Negli anni, per esempio, hanno sperimentato il ritiro veloce e la consegna a domicilio: "Prendiamo l’ordine telefonicamente, i clienti poi ci riferiscono l’ora di ritiro o di consegna a casa. È una possibilità che offriamo ai nostri clienti, a chi lavora e non ha tanto tempo a disposizione o a chi, per un motivo o l’altro, non riesce a raggiungerci". Un’altra idea è stata quella di posizionare qualche tavolino sul marciapiede antistante, "utili per chi preferisce consumare in loco il pranzo".
Ripensando al primo giorno di attività Daniela sottolinea quanto i tempi siano cambiati: "Trentasei anni fa c’erano tante macellerie e gastronomie in città, eppure si lavora molto bene. Qualcuno ha resistito fino alla fine, qualcun altro invece non ce l’ha fatta; oggi portare avanti un’attività non è per niente facile. Nell’88 eravamo giovani e spaesati quando rilevammo il locale ma proprio i clienti ci accolsero bene. E oggi, con loro e per loro, siamo ancora qui, in corso Garibaldi".