Paragone accolto come una star a Cavriago

Il leader di Italexit mattatore alla cena elettorale: "Solo noi possiamo cambiare il Paese, destra e sinistra finora non hanno fatto nulla"

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di Francesca Chilloni

"Fatemi una ola!". E i 150 seduti in sala alzano le mani in un’onda festosa, per poi applaudire a scroscio. È stato un ingresso trionfale quello di Gianluigi Paragone, senatore e giornalista, lunedì sera a Cavriago nei panni di leader fondatore di Italexit per una cena elettorale gremita. Tasse e bollette demenziali, il sostegno alle piccole medie imprese e al Made in Italy, la guerra e il "giogo" dell’Unione Europea, la libertà dal green pass e da "qualsiasi forma di limitazione dei diritti legati alla libertà personale" alcuni degli argomenti trattati in un intervento torrenziale e brillante. Un comizio tra i tavoli in cui è emerso tutto il carisma di chi dell’intrattenimento ne aveva fatto un mestiere: "Vogliamo il gas russo", e giù applausi; "Il regista di tutto questo è Mattarella, che non ha mai detto una parola quando sono stati calpestati i diritti dei cittadini", nuova ovazione; "Pd, Lega, M5s non c’è differenza. E la Meloni è uguale agli altri, va a Cernobbio e all’Aspen Institute affannandosi a darsi un patentino di credibilità… perché i padroni degli Stati sono sono i mercati finanziari". È stato il ristorante Casa dei Bardi ad ospitare l’evento, organizzato tra gli altri da un instancabile Ermanno Sezzi: cavriaghese, una storia a destra, con un avvicinamento al centro con lo scomparso Cavezza, fino all’odierna candidatura al Senato. Era affiancato da un gruppo consistente di ex leghisti, tra cui spiccava il "buttadentro" Paolo Canovi di Quattro Castella, storico autista factotum di Angelo Alessandri. In una sala affollata di iscritti, elettori e simpatizzanti… e qualche figura folkoristica come il fan di Orban che indossava una maglietta con la scritta I love Hungary, con cuore rosso. Al tavolo dei relatori i candidati al senato Rosa "Simona" Zito, amministrativo dell’Ausl di Montecchio sospesa perché no vax; Michele Campari (ex infermiere del Santa Maria) e l’imprenditore reggiano Paolo Nicolini. Prima di Paragone, hanno preso la parola tra gli altri l’avvocato Erica Romani (candidata al Senato nel collegio uninominale e capolista plurinominale, che comprende anche Reggio); il dj Robby Giusti; l’attivista ambientalista Francesco Fantuzzi che ha tuonato contro la "gestione speculativa dei beni comuni e servizi essenziali" denunciando ancora che "la multinazionale quotata Iren di fatto ha le città in mano, mentre i sindaci non dicono nulla sull’aumento delle bollette… e col pretesto del Covid da tre anni si impedisce di fare assemblee". Incisivo l’ex sindaco di Viano Giorgio Bedeschi, esponente di Italexit che si ricandiderà alle prossime amministrative una lista civica: partendo dalla sua esperienza, con lo slogan "Ppp: politica protesta proposta" ha parlato di pmi, turismo e sviluppo del territorio. Paragone ha sviluppato il comizio partendo dal vero patrimonio dell’Italia, le Pmi, per poi passare ad attacchi feroci a Cingolani e Draghi, chiedendo un "lockdown fiscale" e di "scommettere sul valore della formazione professionale". Ha pure analizzato i temi del costo di materie prime e del gas, e dell’Ucraina: "L’Ue ha ricevuto l’ordine dagli Usa e la guerra continuerà fino alla caduta di Putin…. L’Ue non si sa come ne uscirà". Di applauso in applauso, il leader di Italexit conclude affermando che "centrodestra e centrosinistra non hanno fatto nulla finora, se non sostenere la linea Draghi. Solo noi possiamo cambiare il Paese".