Un ritrovamento fortuito su una bancarella di un mercatino dell’antiquariato dell’Avana ha consentito di ricostruire i nomi della maggior parte dei protagonisti di alcune eroiche imprese della Resistenza reggiana. Non è l’incipit di un romanzo di avventura, ma la storia vera dei "Partigiani Patrioti Benemeriti" di Barco, le cui effigi dopo la Liberazione vennero raccolte in un pannello commemorativo con tanto di nomi in ordine alfabetico. Il "poster", non si sa come e non si sa quando, è arrivato da Reggio a Cuba. E qui, dopo decenni, è stato scovato da un reggiano residente a Cuba a caccia di "robe vecchie". Il signor Carmini, figlio dei "barcaroli" Ezio e Larina Cini, lo ha acquistato e lo conserva tra i suoi cimeli personali. Lo ha però messo a disposizione dell’Anpi provinciale di Reggio che nel numero 5 della propria rivista illustra anche le azioni di cui si resero protagonisti i partigiani di Barco come Gelindo Delmonte e Adriano Ballabeni, allora coordinati dal Comando di Cavriago. Carmini ha consentito la riproduzione del "poster" e una copia ben leggibile ora si trova nella sede di Istoreco a Reggio; inoltre è stata pubblicata online tra gli "Albi della memoria" nel sito dell’istituto. Nel Dopoguerra le comunità dei paesi reggiani crearono numerosi di questi "pannelli" commemorativi. I partigiani di Barco - oltre a "recuperare armi da mandare in montagna" spiegano dall’Anpi, contribuirono "ad alleviare la difficile situazione alimentare di molte famiglie". Il 16 dicembre 1944 parteciparono al prelievo di ben 2500 forme di formaggio stagionato dai magazzini Locatelli di Barco destinate alla Germania. Un’azione che fu portata a termine "tenuti a bada i comandi della Gnr, immobilizzate le guardie, bloccate le strade di accesso e sabotate le linee telefoniche a Montecchio, Quattro Castella, San Polo e Codemondo.
Francesca Chilloni