Aemilia, sequestro da mezzo milione di euro a Pasquale Brescia

La Dia di Bologna ha valutato la sproporzione tra i redditi dichiarati e il patrimonio accumulato

L’imputato di Aemilia Pasquale Brescia

L’imputato di Aemilia Pasquale Brescia

Reggio Emilia, 20 ottobre 2016 - La Direzione investigativa antimafia di Bologna ha sequestrato beni mobili e immobili, per oltre 500mila euro, a Pasquale Brescia, 49 anni, originario di Crotone e imputato nel processo Aemilia.

In esecuzione della proposta della misura di prevenzione del direttore della Dia, Nunzio Antonio Ferla, sono stati sequestrati, su disposizione del Tribunale di Reggio Emilia che ha valutato la sproporzione tra i redditi dichiarati e il patrimonio accumulato, un immobile a Milano, un automezzo e vari terreni a Cutro. Brescia, arrivato nel 1989 a Reggio Emilia, dove ha sviluppato interessi edili e immobiliari, era stato arrestato a gennaio 2015 nell’operazione Aemilia, per associazione mafiosa.

Il Gip lo individuò come persona a totale disposizione di alcuni personaggi chiave dell’organizzazione. Recentemente nei suoi confronti è stata chiusa un’indagine per minacce mafiose al sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, per la lettera dal carcere recapitata all’edizione reggiana del Resto del Carlino.

Brescia, inoltre, si sarebbe reso disponibile con Antonio Gualtieri per la costituzione di un gruppo di imprese per la costruzione di villaggi turistici, impianti eolici e fotovoltaici in Calabria, nella piena consapevolezza del coinvolgimento diretto di Nicolino Grande Aracri, capo cosca di Cutro.

È emersa poi dagli atti la partecipazione a un incontro nell’azienda di Nicolino Sarcone, insieme ad Alfonso Paolini, a Gianluigi Sarcone e Antonio Muto, nel quale fu stabilito un patto con l’avvocato Giuseppe Pagliani, consigliere di Forza Italia (arrestato e poi assolto nel processo in rito abbreviato) con l’obiettivo di porre in essere una controffensiva mediatico-politica volta a salvaguardare gli interessi economico-criminali della consorteria, in quel frangente oggetto di numerose interdittive antimafia del prefetto e di un’attenzione mediatica che evidenziava le infiltrazioni criminali nell’economia reggiana.

È stato infine riscontrato, evidenzia la Dia, come si sia messo a disposizione di Giuliano Frijio per reperire voti nel corso della campagna elettorale per il sindaco di Parma del 2012.