Pensione ’minima’ a 36mila reggiani "Costi triplicati, così non ce la fanno"

La denuncia di Cna: "I rincari energetici hanno messo in difficoltà più del 12% della popolazione". In provincia 55 centri sociali rischiano la serrata: "Azioni immediate per non lasciare indietro nessuno"

Migration

Con seicento euro al mese di pensione, sono 36mila i reggiani che rischiano quest’inverno di non riuscire a pagare le bollette. L’impennata dei costi per l’energia è una cascata che sta travolgendo tutti, dalle aziende ai singoli privati, ma è indubbio che per alcune categorie il futuro è più nero che per altre. Lo stesso vale per i centri sociali, luoghi di aggregazione essenziali per la qualità della vita delle fasce d’età più anziane, che si ritrovano con conti stellari delle utenze. A mettere l’accento sulla questione è Cna Pensionati: "I cittadini che ricevono ‘la minima’ non ce la fanno più e molti centri sociali rischiano di non poter proseguire la loro funzione di luoghi di comunità" puntualizza l’associazione.

"I rincari energetici – prosegue – hanno messo in difficoltà più del 12% della popolazione reggiana, oltre a colpire pesantemente le strutture pubbliche di servizio, come ospedali, case di riposo, centri diurni e centri sociali".

In tutta la provincia sono 55 i centri sociali su cui incombe la minaccia del caro bollette: quegli stessi luoghi che quotidianamente permettono agli anziani di trovare socialità, un valore più che mai prezioso specialmente dopo gli ultimi due anni. Allo stesso modo arrivano appunto a 36mila, su tutta la provincia, i reggiani con la pensione minima di 600 euro che si troveranno soli di fronte a costi domestici triplicati.

"Questi numeri – prosegue Cna – evidenziano come le possibili ricadute del caro bollette siano enormi. Occorrono azioni immediate per non lasciare indietro nessuno".

La strategia avanzata da Cna guarda sì ai costi dell’energia, ma allarga il campo ad altre spese necessarie e giornaliere quali il cibo e, parlando di persone di una certa età, i farmaci. La proposta parte dunque da una "revisione strutturale dei bonus sociali per le bollette di acqua, luce e gas, con aumento generalizzato della soglia Isee a 20mila euro, per ottenere il riconoscimento automatico".

Una soluzione che permetterebbe di tamponare il problema, ma non basta: "Chiediamo – aggiunge dunque Cna – l’azzeramento dell’Iva sui prodotti alimentari di base e la riduzione dell’aliquota del 4% per le bollette e per i prodotti farmaceutici legati alla cronicità".

Giulia Beneventi