"Per gli hotel è una vera mazzata Perdiamo tanti clienti dall’estero"

Francesca Lombardini (Federalberghi): "Non si può ospitare chi non ha lo stesso obbligo nel proprio Paese. Negli ultimi giorni molte prenotazioni sono state cancellate. Tra l’altro non potrebbero neppure mangiare"

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di Maya Menozzi

Il super green pass italiano mette in fuga i turisti stranieri e per gli alberghi il rischio è di ritrovarsi, nuovamente, con le stanze vuote.

Seppur vaccinati, infatti, tutti i cittadini europei con certificazione verde base, potranno solamente pernottare negli hotel cittadini, ma senza poter accedere al ristorante della struttura che li ospita. Un vero paradosso.

Un ulteriore aggravante, insomma, per una situazione già critica.

"Nel 2020 tre quarti degli alberghi hanno chiuso con fatturato pari a zero. E parlando del nostro territorio, che non è solitamente meta di vacanza, è ancor più penalizzante – dichiara Francesca Lombardini, presidente provinciale di Federalberghi –. Questa restrizione ci toglie tutti quei clienti che non hanno obbligo di green pass nei propri paesi, e che arrivano nella nostra città per lavoro.

Cosa facciamo, non gli diamo da dormire?".

Tante le disdette piovute negli ultimi giorni. Molte da parte delle aziende che finalmente erano riuscite dopo mesi di lockdown a richiamare in Italia i colleghi e clienti stranieri.

"Per ora stiamo tutti resistendo, aggrappandoci a qualunque risorsa. Ma questa decisione, per quel che ci riguarda, è proprio negativa – ha continuato Lombardini -. Noi alberghi poi abbiamo ancora il vincolo sulle capacità delle sale, penalizzazione ulteriore del settore".

La Federalberghi nazionale ha dunque lanciato un grande allarme sulla questione: chiudere le porte a milioni di turisti significherà un’ingente perdita economica, oltre che un vantaggio per le mete turistiche concorrenti.

La Federazione degli albergatori ha inoltre sottolineato come la logica del green pass base sui posti di lavoro debba essere estesa anche a coloro che viaggiano per motivi di lavoro e dunque costretti a pernottare fuori casa per giorni.

Infine, eventuali vincoli alle strutture alberghiere ‘ufficiali’, dovrebbero essere resi validi, a detta di Federalberghi, anche per gli affitti in locazione breve.

Il rischio, sostiene l’associazione, è infatti quello di scoraggiare i soggiorni nelle strutture che rispettano le regole, incentivando invece gli alloggi che sfuggono ogni controllo: "In questo modo si va a creare una concorrenza sleale con i bed and breakfast, molto meno controllati" conclude Francesca Lombardini.

Un ostacolo non da poco per il settore alberghiero, non potendo offrire il proprio servizio nel completo per chiunque voglia raggiungere il nostro territorio.