"Per le mascherine cambia poco, ma senza il Green pass è meglio"

Bar e ristoranti sul cambio normativa: "La gente si protegge comunque e noi abbiamo meno cose da gestire"

Migration

di Giulia Beneventi

Maggio: cambia la pagina del calendario e così anche le regole dell’emergenza sanitaria. I casi non rallentano ma la decisione è presa, da lunedì è caduto l’obbligo di mascherina, all’aperto o al chiuso non importa, sostituito da una calorosa raccomandazione a indossarla. Anche il Green pass, versione ‘base’, praticamente non serve più, né per prendere un aereo né per andare a un evento sportivo, neppure - cosa molto più quotidiana in effetti - per sedersi nei locali interni di ristoranti e bar.

"Qualche persona che entra e resta con la mascherina comunque c’è ancora" dice Assad Attia (Caffé del Monte). Un esempio è proprio lì a fianco, con due uomini in giacca e cravatta, in pausa caffé, entrambi ‘mascherati’. "Noi la teniamo e la abbassiamo solo quando non c’è molta gente e riusciamo a stare distanti – aggiunge –. Non è il caso di questo sabato, per dire, visto che eravamo davvero pieni di gente".

In piazza Casotti Alessandro Benassi, titolare del ristorante Spigolo, sta togliendo i cartelli con le indicazioni sulle restrizioni, rimaste a lungo affissi sulla porta. Insegne che, al momento, non servono più " e speriamo davvero – dice – che questo sia un preludio alla normalità". "Penso che mettere o no la mascherina diventerà una decisione del singolo cliente – continua –. In generale vedo che molti ancora la indossano, ieri sono andato al supermercato e la avevano tutti". Sul Green pass invece "è una cosa in meno da gestire – premette – ma devo dire che non abbiamo mai avuto grandi problemi".

"Adesso, per fortuna, non serve più il Green pass" dice Luca Ferri, titolare del ristorante Mangiamore, in piazza Fontanesi. "Abbiamo già tolto tutte le applicazioni che servivano a controllarlo – prosegue – e per i dipendenti, comunque sia, è un onere in meno di cui tener conto". La questione mascherina invece "cambia solo per il fatto che, quando un cliente si alza per uscire o per andare in bagno, non deve ricordarsi di rimetterla". In effetti nella pratica non c’è una rivoluzione abissale: "Noi personale continuamo ad attenerci al protocollo, che dovrebbe essere rivisto a giorni – specifica Ferri –. La indossiamo ancora, per scrupolo, salvo le situazioni in cui si riesce a mantenere il distanziamento".

"Qui tutti entrano sempre con la mascherina – riferisce Olga Scripnic (gelateria Il Capriccio –. Ormai sono passati tre anni, è diventata un’abitudine. Spesso chiedono anche del Green pass, se va controllato. Non ho mai sentito lamentele, anzi".

"La cosa che mi sorprende e che spesso i clienti stessi non aggiornati sulle nuove regole – considera Luca Dondi della Torrefazione H223 –. La mascherina comunque la indossano ancora in molti e tanti guardano anche se la metto io, direi giustamente, perché così si sentono più tranquilli". Da un punto di vista puramente pratico poi, "senza Green pass, che comunque noi abbiamo sempre controllato, c’è un po’ più di tranquillità, questo sicuramente".