Per troppo amore finisce in carcere

Emiliano, 38 anni, espulso dall’Italia per 14 volte, tornava sempre dall’Albania per stare accanto ad Alina. Le condanne ora sono esecutive

Emiliano Fejzo, 38 anni, e la sua Alina, 55

Emiliano Fejzo, 38 anni, e la sua Alina, 55

di Francesca Chilloni

Per Lucio Dalla "l’amore è una catena": c’è chi in coppia si sente in galera e chi invece va dietro alle sbarre per troppo amore. Ed è proprio finito in prigione il record-man delle espulsioni, il caparbio Emiliano Fejzo. L’albanese 38enne è stato infine condannato al carcere ma - c’è da scommetterlo - quando avrà finito di scontare la pena farà ritorno dalla sua Alina, 55enne ex badante ucraina per la quale si è fatto accompagnare in modo coattivo in aereo alla frontiera 11 volte e ha ricevuto 14 decreti di espulsione dall’Italia, ritornando ogni volta dall’Albania a Sant’Ilario da lei… facendo impazzire i carabinieri santilariesi, che dopo ogni espulsione se lo ritrovavano in piazza dopo una decina di giorni.

È qui, nel misero appartamento bilocale nel grattacielo in centro a Sant’Ilario che condividono e dove lui si prende cura di lei gravemente malata, che venerdì i carabinieri sono andati a prelevarlo: deve infatti scontare 5 anni, 2 mesi e 28 giorni di reclusone per una decina di condanne comminategli dai tribunali di Reggio, Genova, Bologna, Parma e infine La Spezia. È stato esattamente l’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura spezzina a rideterminare la pena complessiva che l’uomo doveva scontare emettendo il provvedimento di cumulo finale delle pene relative a svariate condanne. Tra queste 4 del tribunale di Reggio per aver violato il rientro nel territorio italiano, una del Tribunale di Genova per tentato furto in concorso, una del tribunale di Bologna per i reati di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale e falsa attestazioni sulla sua identità personale.

E poi una della Corte dell’Appello di Bologna e un’altra tribunale di Parma per aver violato il divieto a rientrare nel territorio nazionale e quella di La Spezia per tentato furto. Si tratta in tutto di 5 anni e 11 mesi, da cui vanno detratti alcuni mesi già scontati in regime di custodia cautelare.

L’albanese, in occasione dell’ultimo arresto per essere rientrato a Sant’Ilario, nell’agosto 2019, si era sfogato davanti al giudice di Reggio spiegando con l’amore il suo imperterrito ritornare nel reggiano per stare vicino alla sua Alina, malata, con la quale conviveva da circa 15 anni. Giurando sul suo onore ("non sono un delinquente o uno spacciatore") si era impegnato a regolarizzare la sua posizione in Italia. In effetti in seguito è riuscito ad avere il permesso di soggiorno e stabilirsi a Sant’Ilario.

La confessione aveva fatto scalpore, tant’è che il sindaco Carlo Perucchetti con i servizi sociali, le forze dell’ordine e la parrocchia si erano impegnati a seguire da vicino la vicenda. L’ucraina, dopo quasi 8 anni trascorsi come badante regolarmente assunta a Reggio (in precedenza lavorava in nero), 5 anni fa è stata da una malattia degenerativa parkinsoniana irreversibile, che ormai le impedisce di camminare e persino, nei momenti peggiori, di reggere un bicchiere. Destinataria di aiuti da parte dei servizi e del “Banco alimentare” parrocchiale, ha comunque la necessità di aiuto costante in ogni incombenza domestica.

La presenza di Fejzo è per lei essenziale: la cieca Giustizia non si cura delle ricadute umane delle decisioni e l’arresto del suo compagno avrà per lei ricadute molto severe.