Più qualità, meno quantità: il vino si fa bello

Grande annata per i nostri vitigni. Frascari (Emilia Wine): "Vendemmia positiva e il consumo, nonostante il Covid, non è diminuito"

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di Daniele Petrone

Un’ottima annata. Parafrasando il noto film di Ridley Scott, con Russell Crowe e Marillon Cotillard, si preannuncia così la vendemmia reggiana in corso. Quasi un sogno se consideriamo le grandi incertezze durante il lockdown. "Più qualità, ma meno quantità se consideriamo un calo di circa il 15% di uve da Lambrusco – ci spiega in sintesi, Alberto Baroni, agronomo di Emilia Wine (che raccoglie 360.000 quintali di uve in 1.780 ettari di terreno gestiti da 730 socifamiglie di vignaioli, producendo 2 milioni di bottiglie all’anno) dove siamo andati di persona a vedere come sta andando la raccolta – Il grado zuccherino è aumentato rispetto all’anno scorso. Per le uve bianche il livello produttivo è quello standard, mentre per l’ancellotta si è registrato un calo del 20-25%".

Grande attesa per la Spergola, vino ‘regina’ dell’azienda (circa 400mila bottiglie). "Ci aspettiamo bianchi frizzanti e spumanti di qualità quest’anno – illustra l’enologo Davide Carnevali – Acidità e sapidità saranno leggermente meno corposi rispetto alla passata stagione. Al di là delle caratteristiche crediamo sia un vino ancora sottosviluppato e con potenzialità enormi, dagli spumanti ai passiti. È ancora più particolare del Lambrusco, le uve di Spergola sono comuni a poche altre".

Soddisfatto anche Davide Frascari, presidente di Emilia Wine (che vanta un fatturato aggregato di 23 milioni) nonché del Consorzio di Tutela Vini Emilia. "Una vendemmia positiva grazie ad un’estate non particolarmente siccitosa, mentre la carenza di pioggia in aprile e maggio ha evitato la proliferazione di malattie fungine. La collina non è andata in stress e le uve sono maturate con equilibrio. La pianura ha sofferto di più con un calo del 10-20% dovuto allo choc termico di alcune notti primaverili in cui si è raggiunto i -7 C°". Insomma, il vino reggiano ha saputo resistere a meteo e pandemia.

"Il consumo complessivo del vino a livello nazionale non è diminuito, anzi è aumentato del 4% - continua Frascari – Si è stravolto però il modo di affrontare il mercato, dal blocco delle fiere come il Vinitaly fino al segmento Horeca, il canale di vendita più prestigioso e remunerativo, che ha sofferto a differenza della grande distribuzione che ha premiato forse chi se lo meritava meno... Ma il settore ha tenuto, arrivando alla vendemmia con giacenze inferiori rispetto all’anno scorso. Aiuti di Governo? Sono importanti. A breve destineranno 100 milioni alla decontribuzione per i dipendenti delle cantine. Per EmiliaWine significa 200mila euro di risparmio".

Il Covid però non è ancora sconfitto. "I timori si sono spostati dalla campagna alla cantina – conclude Frascari – Grazie alla meccanizzazione non ci sono assembramenti nelle aziende agricole, mentre negli stabilimenti abbiamo adottato un piano operativo con le misure precauzionali. Questo anche in pieno lockdown, in cui nonostante avremmo potuto tenere aperto essendo un ‘Ateco 01’, abbiamo chiuso i nostri punti vendita. Ci siamo organizzati però con le consegne a domicilio gratuite e il nostro fatturato nei mesi di lockdown è stato superiore allo stesso periodo 2019...". Chi ha detto che tutelare la salute, non paga...?