"Piscine pronte ai ricambi d’acqua di notte"

Ordinanza anti-siccità, i gestori: "Impianti a pieno regime. L’unico obbligo è concordare con l’acquedotto gli orari di riempimento"

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di Gianpaolo Annese

Tuffandosi nelle piscine reggiane si troverà ancora acqua? O dopo l’ordinanza sui razionamenti bisogna prepararsi a brutte sorprese? A Reggio per ora si può star sicuri, assicurano i gestori. "Ci può essere qualche variazione dei quantitativi, ma il nodo per ora è solo l’orario di approvvigionamento: il ricambio giornaliero lo dobbiamo fare di notte oppure possiamo farlo anche di giorno?", si chiede e chiede Roberto Veroni, gestore di cinque piscine (Aquatico a Reggio, l’Azzurra di Scandiano, il Komodo Campegine e di Boretto, Bagnolo Village) e presidente di Piscine Emilia Romagna. "Stiamo interpretando l’ordinanza. Sappiamo che i titolari degli impianti sono chiamati a relazionarsi direttamente con i fornitori, cioè l’acquedotto. Il punto per noi è più che altro capire il momento dell’approvvigionamento, visto che dalle 8 alle 21 in teoria non si potrebbe impiegare acqua idropotabile per usi considerati non necessari: di solito chi ha la piscina scoperta lo fa già di notte, altri magari dovranno cambiare abitudini". Mentre a livello di quantità per ora non sembrano esserci particolari restrizioni in vista. "È probabile – prosegue Veroni – che nei nostri impianti qualcosa possano togliere, ma non così da compromettere la stagione. Per esempio nei miei impianti io ho bisogno di un ricambio d’acqua quotidiano del 5 per cento. Che vista così può sembrare una cifra esigua, ma in concreto si traduce rispetto per esempio all’Acquatico che offre ai suoi utenti 3mila metri cubi d’acqua, in 150 metri cubi ogni giorno da introdurre", l’equivalente in pratica di una piscina di 10 metri per 15.

Spostandoci in montagna per ora il rischio è avvertito ancora meno. Sergio Antichi che assieme alla nipote Cecilia gestisce la vasca di Villa Minozzo spiega come "noi ci serviamo dell’acquedotto Iren, non ci hanno contattato, ma non credo ci saranno problemi: il nostro impianto conta 400 metri cubi, rinnoviamo l’acqua del 10 per cento ogni due giorni. In montagna la situazione è diversa rispetto alla pianura, il Comune nei casi di emergenza, che al momento non ci sono, può avvalersi anche delle risorse delle varie sorgenti".

Il nodo vero per gli impianti a quanto pare insomma non è per il momento tanto l’acqua, ma le bollette esose dovute al costo dell’energia. Sempre Veroni fa presente che pur potendo accedere, come impianto sportivo, alle tariffe più basse le utenze si sono impennate nel giro di un anno dai soliti 50mila euro a 150mila euro. "L’apertura degli impianti non è in discussione, al massimo ci sarà un leggero aumento delle tariffe, che comunque non servirà a compensare i costi". La soluzione sarebbe trovare un accordo con gli enti locali: "Agli utenti pratichiamo prezzi amministrati, concordati con le amministrazioni pubbliche: ci aspettavamo che i Comuni si facessero vivi per aiutarci". Al momento però il cellulare non suona: "Stanno latitando, ma la stagione sta per entrare nel vivo…".

Intanto, cambiando fronte, è bene specificare, come anche conferma Alessandro Cuccurese di Cna, che le attività economiche – come per esempio gli autolavaggi – sono esenti dalle prescrizioni delle ordinanze: "Stiamo approfondendo le varie delibere, le restrizioni riguardano solo i privati cittadini". E le fontane pubbliche? Saranno spente dopo l’ordinanza? Dal Comune spiegano di no perché sono a ’circuito chiuso’: vuol dire che l’acqua viene ’riciclata’, non sussistono sprechi.