CronacaPoche operatrici, non rispettati i parametri

Poche operatrici, non rispettati i parametri

Processo per presunti maltrattamenti alla Casa di riposo, di notte c’erano solo due persone per 47 ospiti. Ipotesi carenze sui controlli

Poche operatrici, non rispettati i parametri
Poche operatrici, non rispettati i parametri

Sono emerse presunte carenze organizzative e di organico in servizio, al momento dei fatti contestati, all’interno della casa di riposo comunale di via Mandriolo a Correggio, gestita da Coopselios. Venerdì in tribunale a Reggio è proseguito il processo per i presunti maltrattamenti a un anziano ospite, che risalgono al periodo tra l’ottobre 2016 e il marzo 2018, in particolare con percosse a un anziano e allontanamento dal campanello per evitare che potesse chiedere aiuto, fino a ore di "abbandono" nel suo letto.

Davanti al giudice Francesca Piergallini e al pm Maria Rita Pantani, è stato chiamato a deporre anche un consulente amministrativo, l’avvocato Antonio Salerno, chiamato in aula da uno dei legali della difesa, l’avvocato Pina di Credico. Il consulente, normative alla mano, ha spiegato come nella struttura in quel periodo di notte fossero in servizio solo due operatrici socio assistenziali a fronte di una presenza di 47 ospiti. Dunque, non sarebbero stati rispettati i parametri previsti dalla normativa, rendendo più difficile la gestione di un così alto numero di anziani da accudire e assistere.

Inoltre ha rimarcato presunte carenze pure sulla vigilanza che doveva esserci sul rispetto delle normative. Gli enti preposti al controllo, tra cui l’Unione Comuni di riferimento, avevano svolto attività legata all’obbligo di vigilanza? Non ci si era accorti della carenza di personale? Domande che sono emerse dall’intervento del consulente amministrativo convocato dalla difesa, che in questo procedimento è rappresentata dagli avvocati Angela Zannini, Pina di Credico, Nicola Tria, Antonio Sarzi Amadè, Cosimo Zaccaria.

Durante l’udienza hanno testimoniato anche alcuni familiari di anziani ospiti che erano assistiti nella struttura correggese nel periodo a cui si riferiscono i fatti oggetto del processo. E’ emerso come il paziente sottoposto ai presunti maltrattamenti non fosse sempre mentalmente lucido, talvolta con atteggiamento "aggressivo" e "violento". A metà aprile la prossima udienza, con nuovi testimoni chiamati a deporre, tra cui il perito che si era occupato delle trascrizioni delle intercettazioni ambientali, dalle quali sarebbero emersi contenuti ritenuti discordanti.

Antonio Lecci