"Poche pene alternative concesse ai detenuti Tanti di loro aspettano permessi da troppi anni"

"Poche pene alternative concesse ai detenuti  Tanti di loro aspettano permessi da troppi anni"

"Poche pene alternative concesse ai detenuti Tanti di loro aspettano permessi da troppi anni"

Trecentosessantuno detenuti, quando il limite è di 291. Più del 50% sono cittadini stranieri, la maggioranza dei quali senza regolare permesso di soggiorno (quindi impossibilitati, nei casi previsti, alle forme di pena alternativa). E 99 sono tossicodipendenti, una cifra considerevole, visto che si avvicina a quasi un terzo della popolazione carceraria. Non solo, di quei 361, 44 sono parte integrante della sezione così detta Atsm (Articolazione Tutela Salute Mentale), quando, mediamente, negli omologhi reparti di altri istituti penitenziari simili a quello di Reggio sono massimo 5 o 6. È questo, in sintesi, il quadro che ha ricavato ieri al termine di una visita ad hoc, una delegazione della Camera Penale di Reggio, assieme ad alcuni membri dell’associazione ‘Nessuno tocchi Caino’, tra cui anche il segretario Sergio d’Elia, oltre a esponenti politici come l’ex deputato Dc, Pierluigi Castagnetti. L’avvocato Cecilia Soliani, referente per la Camera Penale di Reggio dell’osservatorio sul carcere, ha evidenziato lo stato di ‘indolenza’ dei carcerati: "I quali, pur essendo in età mediamente giovane, non hanno i mezzi per concretizzare l’elemento riabilitativo che dovrebbe essere parte integrante della pena – spiega –. I tossicodipendenti sono 99, di questi una quarantina in carico al Sert, ma quello che fa specie, in negativo, è che i detenuti che accedono alle pene alternative previste dalla legge in questi casi sono un numero bassissimo. Sono solo 3 o 4 i percorsi alternativi aperti al momento". Sergio D’Elia, invece, fa i complimenti, nonostante le problematiche, alla direttrice della struttura, Lucia Monastero: "La sua grande forza è l’ascolto – sottolinea –. Sia dei detenuti che dei ‘detenenti’, come li chiamava Marco Pannella, ossia coloro che lavorano nel carcere". L’avvocato Marco Scarpati, membro di ‘Nessuno Tocchi Caino’ chiede: "Ma la Magistratura di Sorveglianza dov’è? E’ la stessa che i detenuti mi fanno dal 1978. Vi sono richieste di permessi cui i detenuti hanno diritto, ci dicevano, avanzate anni fa, che ancora attendono risposte. Come Ordine e Camere Penali potremmo fare di più". Alla conferenza hanno preso parte anche l’ex onorevole del Psi e pure lui del direttivo di ‘Nessuno Tocchi Caino’, Mauro Del Bue e Veronica Manca, dell’Unione Camere Penali di Trento.

Ni. Bo.