"Pre-scuola, noi genitori non ci arrendiamo"

"Ci viene negato un servizio con motivazioni che in altri paesi non valgono". Chiesto aiuto alle autorità scolastiche, Anspi, Provincia a Regione

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"Perché l’assessore comunale Camurri dichiara che non è possibile utilizzare personale volontario nelle scuole, per il servizio di pre-scuola, mentre in altre realtà ci sono associazioni di volontariato che si occupano senza alcun problema di vari servizi, proprio in istituti scolastici?". Lo chiedono i genitori interessati al servizio di pre-scuola a Rolo, gli stessi che per ora si sono visti negare la collaborazione del Comune, in virtù di un regolamento che non prevede il servizio con il numero di iscrizioni raggiunto finora e senza possibilità di stanziare somme per far fronte alle esigenze delle famiglie. L’alternativa sarebbe quella di pagare 330 euro per il servizio, a fronte dei 110 euro previsti fino allo scorso anno scolastico. "Ci risulta che a Boretto il pre-scuola sia garantito da volontari Auser, così come altre attività sempre legate alla scuola.. E che a Fabbrico si pagano 70 euro per il servizio, indipendentemente dal numero di bambini e alunni iscritti. Perché a Rolo il servizio non è attivo?", chiede Erika Macchi, portavoce dei genitori. E aggiunge: "Non ci arrendiamo. Abbiamo contattato la dirigente dell’istituto scolastico e l’Anspi di Rolo, che hanno preso a cuore la situazione e stanno valutando la possibilità di aiutarci a risolvere la questione. Anche alla Regione e in Provincia si sta vagliando il problema e ora siamo in attesa di risposte. In questi giorni si sono attivati in tanti per aiutare le nostre famiglie, ma non l’ufficio scuola e l’amministrazione comunale. Si sono chiusi a riccio e ci hanno liquidato con una comunicazione scritta, senza mai cercare un incontro". E conclude: "E’ vero che il regolamento comunale, in vigore a Rolo, non si può, per legge variare fino al prossimo gennaio, ma abbiamo anche appurato che le variazioni di bilancio, per legge, si possono effettuare. E con un avanzo libero in cassa di 2,5 milioni di euro, proprio non riusciamo a capire come non sia possibile finanziare i quattromila euro del servizio da noi richiesto".

Antonio Lecci