Processo Aemilia, Provincia e Comuni chiedono 10 milioni di euro

Gli enti pubblici sono costituiti parte civile e puntano al risarcimento danni

L'ingresso dell'aula di Aemilia

L'ingresso dell'aula di Aemilia

Reggio Emilia, 24 maggio 2018 – Ammonta ad almeno 10 milioni di euro la richiesta di risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali avanzata oggi dagli avvocati Salvatore Tesoriero e Federico Fischer per conto della Provincia di Reggio e dei Comuni di Bibbiano, Brescello, Gualtieri, Montecchio e Reggiolo, costituiti si parte civile al processo Aemilia che proprio a Reggio si sta avviando a conclusione.

Nel dettaglio, per i soli capi di imputazione di associazione per delinquere di stampo mafioso, è stata chiesta la condanna di 13 imputati al pagamento, in solido tra di loro, di 500.000 euro sia alla Provincia sia al Comune di Brescello e di 300.000 euro per ognuno dei Comuni di Bibbiano, Gualtieri, Montecchio e Reggiolo.

In più, per ognuno dei delitti del corposo capo d’imputazione per i quali è stata pure prevista l’aggravante mafiosa (poco più di un centinaio, tra estorsioni, usure, danneggiamenti, frodi fiscali, reati finanziari e armi) sono stati richiesti risarcimenti tra i 25.000 e i 100.000 euro a seconda della gravità.

Se le richieste di risarcimento saranno accolte dai giudici, gli enti pubblici locali destineranno le somme a iniziative di legalità sul territorio. Già nel procedimento con rito abbreviato a Provincia e Comuni di Bibbiano, Brescello. Gualtieri, Montecchio e Reggiolo è stato riconosciuto un risarcimento, sotto il profilo giuridico e morale, di 850.000 euro per i danni subiti dalle comunità locali. 

In aula anche l'assessora regionale Emma Petitti. "Essere qui è fondamentale, oltre che un dovere istituzionale", ha così commentato l'impegno della Regione, parte civile nel procedimento, contro la criminalità organizzata in Emilia. "Non abbasseremo neanche per un attimo la guardia sul rispetto dei diritti, delle norme e sulla necessità di controlli: correttezza e legalità sono per noi valori irrinunciabili", ha detto il presidente Stefano Bonaccini.