Processo Aemilia 1992, la sentenza. Ergastolo per Nicolino Grande Aracri

'ndrangheta, il verdetto della Corte d'Assise: assolti gli altri tre imputati "per non aver commesso il fatto"

Processo Aemilia 1992, ergastolo per Nicolino Grande Aracri (foto d'archivio)

Processo Aemilia 1992, ergastolo per Nicolino Grande Aracri (foto d'archivio)

Reggio Emilia, 2 ottobre 2020 – Aemilia 1992, emessa la sentenza: Nicolino Grande Aracri condannato all'ergastolo, assolti gli altri tre imputati Angelo Greco, Antonio Lerose e Antonio Ciampà “per non aver commesso il fatto”. Si è pronunciata così la Corte d'Assise del tribunale di Reggio Emilia su uno dei filoni del maxiprocesso alla 'ndrangheta emiliana.

Gli imputati erano accusati di omicidio volontario, premeditato e aggravato del metodo mafioso nei confronti di Nicola Vasapollo, 33enne di Cutro, assassinato il 21 settembre 1992 a Reggio Emilia e di Giuseppe Ruggiero, 35enne cutrese, ammazzato da quattro uomini travestiti da carabinieri il 22 ottobre '92 a Brescello.

Dopo la sentenza letta dal giudice Dario De Luca (a latere Silvia Guareschi) che ha presieduto la Corte di Assise - riunitasi in camera di consiglio per oltre 5 ore - il pubblico ministero della Dda, Beatrice Ronchi ha lasciato immediatamente il tribunale: nella sua requisitoria al termine del dibattimento aveva richiesto la condanna all'ergastolo di tutti e quattro gli imputati, ma solo uno è stato accolto, quello a carico di Nicolino Grande Aracri, ritenuto responsabile solo per uno dei due omicidi (Ruggiero), mentre per l'altro (Vasapollo) è stato assolto “per non aver commesso il fatto”.

Nicolino Grande Aracri - ritenuto il boss dell'omonima cosca - ha ascoltato la pronuncia in collegamento audiovideo dal carcere di Opera a Milano dove si trova recluso al 41 bis