Reggio Emilia, 1 novembre 2018 - Ieri le urla e le accuse: "Vergogna, non abbiamo fatto niente". Oggi le manette per il padre. Sono giorni amari edifficili per l'ex camione del mondo Vincenzo Iaquinta (VIDEO), condannato a 2 anni per un reato legato al possesso di armi (ma per lui è però caduta l'aggravante mafiosa) nella storica sentenza di primo grado del maxi processo contro le infiltrazione della 'ndrangheta a Reggio Emilia.
Oggi, per alcuni degli imputati (ieri ci sono state 118 condanne e 24 assoluzioni), sono scattati alcuni arresti. Tra questi, anche Giuseppe Iaquinta, padre di Vincenzo, per il quale si sono spalancate le porte del carcere di Reggio Emilia: l'imprenditore cutrese è stato condannato a 19 anni (quanti chiesti dai pm) per affiliazione alla 'ndrangheta ed è stato arrestato dai carabinieri di Piacenza nella sua casa di Reggiolo, nella bassa reggiana.
L'avvocato Carlo Taormina che difende anche il figlio farà ricorso in Appello.
AGGIORNAMENTO Il sindaco di Brescello: "Ripartiamo dalla sentenza"