Processo Aemilia, Sarcone a sorpresa: sono colpevole, chiedo scusa

L'uomo ha scritto una lettera alla Corte. La sentenza d'Appello lo condanna a 14 anni e 6 mesi

Gianluigi Sarcone, condannato nell'ambito del processo Aemilia (Foto Artioli)

Gianluigi Sarcone, condannato nell'ambito del processo Aemilia (Foto Artioli)

Reggio Emilia, 25 gennaio 2021 - Colpo di scena durante il processo di appello di Aemilia che si sta svolgendo a Bologna. Gianluigi Sarcone, personaggio di rilievo nell’organizzazione ‘ndranghetistica emiliana al centro della vicenda che ha rivelato la presenza dei clan mafiosi in Emilia, ha inviato una lettera alla Corte dichiarandosi colpevole dell’accusa di aver fatto parte dell’associazione mafiosa, dal 2004 al 2015, chiedendo scusa e dicendo di volersi dissociare dal gruppo. Ha anche detto che non intende ricorrere in Cassazione, ma ha negato di essere stato un organizzatore dell’associazione, dal 2015 al 2018, durante la detenzione.

Sarcone è stato, così, condannato a 14 anni e sei mesi. La sentenza riduce la pena all’imputato, in primo grado condannato a 19 anni e 10 mesi. La Corte d’Appello ha unificato, con il calcolo della continuazione dei reati, la parte processata in primo grado col rito ordinario (definita a Reggio Emilia con tre anni e sei mesi per tentata violenza privata aggravata dal metodo mafioso ai danni di un giornalista di Telereggio) e abbreviato (16 anni e quattro mesi) per associazione mafiosa. La sostituto pg Lucia Musti aveva chiesto la pena finale di 18 anni.

La posizione di Sarcone era stata stralciata dal filone principale dell’appello, chiuso a dicembre con 91 condanne per oltre 700 anni di carcere, dopo la ricusazione del collegio giudicante da parte dell’imputato, difeso dall’avvocato Stefano Vezzadini. Gianluigi è il fratello di Nicolino Sarcone, già condannato in via definitiva e considerato il capo della cosca emiliana sgominata nel 2015.