ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Processo agli appalti: "Riferiti dati non veri per salvaguardare l’onore del Comune"

La deposizione dell’imputato Meggiato, allora dirigente alla mobilità "L’esposto sul maxibando? Ad Anac si indicò la mia indisponibilità. Con Gnoni divergenze di vedute, ero sicuro della legittimità della gara". .

Processo agli appalti: "Riferiti dati non veri per salvaguardare l’onore del Comune"

Divergenze di vedute con l’allora dirigente dei servizi legali del Comune Santo Gnoni su come muoversi dopo l’esposto che sollevava dubbi sulla trasparenza del maxibando indetto nel 2016, valore 25 milioni, con cui il Comune doveva affidare gestione sosta, scuolabus e altri servizi, ora al centro del processo sui presunti appalti pilotati. E anche una strenua difesa dell’operato, senza alcun dubbio neppure a posteriori. Su questi aspetti si è incentrata ieri la deposizione di Alessandro Meggiato, imputato, ai tempi dirigente del servizio Mobilità del Comune e ora in Regione. Lui era responsabile del procedimento e deve rispondere in concorso con Roberto Montagnani, dirigente servizio Appalti e l’avvocato Paolo Coli, consulente esterno, per l’aggiudicazione al Consorzio Tea. Risponendo al pubblico ministero Valentina Salvi, titolare dell’indagine condotta dalla Finanza, Meggiato dice che gli fu riferito della segnalazione sul bando fatto da Aipark ad Anac e Antitrust su aspetti anomali, come i servizi troppo diversificati e la pubblicazione in agosto. Lui ribadisce: "Ancora oggi non condivido. Eravamo certi che la procedura fosse del tutto legittima". Poiché una prima seduta della gara era stata fissata poco dopo l’arrivo della segnalazione, "ci siamo preoccupati di capire come agire e l’abbiamo rinviata. Poi si è deciso di mandare subito una memoria ad Anac. Per il rinvio si indicò l’indisponibilità del presidente della commissione, cioè la mia. Fu data credo comunicazione sul sito del Comune". Il pm incalza: "Perché non dire la verità, cioè che era più prudente attendere la memoria?". Lui: "Per salvaguardare l’immagine del Comune abbiamo riferito un dato non veritiero". Nell’incontro del 13 settembre 2016 con Santo Gnoni, responsabile ufficio legale del Comune, e Montagnani, scoppiano i dissidi. "Gnoni non voleva procedere con l’istruttoria. Credo che quell’esposto non fosse un contenzioso e si sarebbe potuto procedere e nel frattempo capire cosa sarebbe successo se Anac e Antitrust avessero dato una risposta prima dell’aggiudicazione. All’inizio non ero d’accordo, poi per rispetto del ruolo dovevo anche fare ciò che veniva detto da chi era competente. Gnoni non conosceva a fondo i contenuti del bando. Noi avevamo fatto prima un lavoro approfondito di valutazione ed eravamo sicuri della regolarità del bando. Era poco rispettoso del lavoro fatto da me e dai colleghi su questo bando. Io parlai con l’assessore Mirko Tutino, Gnoni mi risulta che abbia parlato con il sindaco o il capo di gabinetto. Mi è stato detto di andare avanti e agire con prudenza, non ricordo se aprire le buste e aspettare l’esito di Anac". Poi gli fa le domande l’avvocato difensore Ernesto D’Andrea.

Lui ripercorre l’iter: "La giunta con una delibera mi diede l’indirizzo di procedere con l’affidamento tramite concessione. Il Comune voleva offrire servizi nel miglior modo possibile con la massima economicità: la concessione permette di accorparli allocando a una società terza il rischio di impresa. Si sarebbe potuto creare, come avviene in altre città, una società in house, a cui fare un affidamento diretto. Se avessimo separato scuolabus, servizio in perdita, da sosta e ztl, in attivo, avremmo avuto un saldo di 100mila euro. L’importo dell’offerta a base d’asta era di 500mila euro. Così il Comune risparmiava ogni anno 400mila euro, cioè un milione e 200mila in otto anni. Altrimenti in epoca di spending review ci saremmo esposti a responsabilità erariali". L’affidamento scadeva il 31 marzo 2015: "La giunta decise di rivedere il piano della sosta, voleva ampliare le strisce blu e mettere a pagamento anche gli stalli della Tav". Si susseguirono proroghe e poi l’urgenza di pubblicare: "Questa concessione avrebbe dato maggiori vantaggi di quella precedente: ogni mese di ritardo avrebbe comportato un mancato introito". Tra le società che manifestarono interesse ci fu la Final di Filippo Lodetti Alliata. Gnoni, intercettato, disse in quella riunione di essere suo amico da tanti anni. "Sembrava un’excusatio non petita sul legame con un partecipante. Fu la cosa che mi irritò di più". E quando Gnoni gli parlò di "peccato originale" del bando, uscito in agosto, Meggiato spiega che la sua risposta riguardava il fatto che non erano riusciti a pubblicare prima.