"Pronti a un sit-in a difesa del Sant’Anna"

Un gruppo di cittadini organizza una protesta: "Basta, i servizi in Appennino devono essere potenziati, non smantellati"

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"L’ospedale Sant’Anna dev’essere tutelato: i servizi non devono essere smantellati, ma potenziati. La politica sanitaria dovrebbe essere cambiata e anche i sindaci dovrebbero farsi sentire perché un presidio fondamentale per chi abita in Appennino sia rafforzato".

Un gruppo di cittadini si sta organizzando per promuovere una manifestazione davanti all’ospedale del capoluogo montano: gli organizzatori sono Daniele Ferri di Castelnovo Monti e Agostino Marchetti di Toano. L’annuncio del sit-in è stato pubblicato sul gruppo Facebook ‘Associazione rinascita della montagna di tutti’: "Attraverso questa pagina, che conta quasi tremila iscritti, i cittadini ci contattano per segnalare problemi e disservizi - dice Ferri -. In base a quanto abbiamo constatato dai loro racconti, abbiamo deciso di indire un’iniziativa pubblica di protesta. Abbiamo già chiesto i permessi e stiamo aspettando di fissare una data per la manifestazione, in ottobre, alla quale invitiamo tutta la cittadinanza".

La prima questione riguarda le visite specialistiche: "Sappiamo di anziani che risiedono nell’Appennino e si rivolgono all’ospedale di Castelnovo per prenotarle, ma vengono mandati a Reggio o altrove, in strutture sanitarie fuori distretto e quindi più scomode".

Un’altra riguarda il potenziamento del pronto soccorso del Sant’Anna. Ferri racconta un’esperienza personale: "Questa primavera mio figlio, 14 anni, ha inalato un pezzo di pizza che stava mangiando a scuola. Mia sorella lo ha portato al pronto soccorso, dove le è stato detto che mancava lo specialista e che bisognava andare a Reggio. Per fortuna mio figlio si è ripreso da solo senza necessità di un ulteriore intervento, ma la situazione era potenzialmente pericolosa".

Poi la questione della chiusura del punto nascite, avvenuta nel 2017 in base a un decreto ministeriale che prevede che i siti con meno di 500 parti all’anno non possano restare attivi. In agosto l’Ausl aveva reso noto il piano di fattibilità necessario per ottenere il via libera dal ministero della Salute: nel caso di Castelnovo Monti "il percorso di riapertura coincide con un importante piano di investimenti sull’ospedale, per 10 milioni - aveva fatto sapere l’azienda sanitaria - di cui tenere conto per tornare ad avere un punto nascite sicuro e efficiente".

Dalla Regione è stato palesato un impegno per la riapertura, dopo che in passato il governatore Stefano Bonaccini aveva parlato della chiusura come di un errore. I cittadini sono lapidari: "Inutile incentivare i giovani che vogliono vivere in Appennino se poi non si riapre davvero il punto nascite". Altro aspetto su cui vogliono sollevare l’attenzione è il personale: "Non vogliamo che medici e infermieri diventati un punto di riferimento per i cittadini lascino il Sant’Anna". Tirando le somme: "L’emergenza Covid non ha insegnato nulla? - chiedono -. Gli ospedali più piccoli vanno potenziati al servizio dei cittadini che vivono nel territorio".

Alessandra Codeluppi