
Ben 15 pullman da tutta la provincia porteranno a Reggio, stamane, i lavoratori che hanno deciso di partecipare alla manifestazione organizzata da Cgil e Uil in occasione di una delle tre tornate dello Sciopero generale - le altre: il 24 novembre in Nord Italia e il 1° dicembre al Sud. Migliaia di altri lavoratori si muoveranno in modo autonomo. Sotto il palco potrebbero essere in 5mila, ma ad incrociare le braccia sono chiamati 250mila lavoratori di tutti i settori produttivi. La vera sfida, afferma il segretario generale della Camera del Lavoro di Reggio Cristian Sesena, "non è raggiungere i dipendenti delle grandi imprese del manifatturiero, della meccanica e le ceramiche, ma chi lavora nell’artigianato, in quei posti dove c’è frammentazione".
Lo sciopero, nel settore trasporto pubblico, dopo il braccio di ferro con il governo che ha tenuto banco in questi giorni, è stato ridotto a 4 ore (dalle 9 alle 13), durante i quali treni, autobus e pullman potrebbero non passare. Con evidenti disagi per pendolari e studenti.
Il concentramento dei manifestanti è previsto alle ore 9,30 in viale Montegrappa (zona grattacielo), poi il corteo si muoverà lungo la via Emilia verso Ospizio e, svoltando in via Melato, si snoderà sul viale Del Partigiano. Infine, uscirà in viale Ramazzini. Un grande palco mobile su truck è stato allestito davanti alle ex Reggiane, luogo storico del conflitto sindacale: interverranno delegate e delegati di Cgil e Uil, Sesena e, per le conclusioni, Rocco Palombella, segretario nazionale Uilm.
Anomalo il percorso del corteo: "Venerdì le piazze del centro sono occupate dai mercati, ed avendo in previsione notevole affluenza gente c’era la necessità di uno spazio adeguato per gli interventi - spiega il segretario della CdL - C’è anche la volontà di uscire dallo schema per dare una visibilità maggiore e far sapere a tutti che i lavoratori sono in sciopero. Gli scioperi nascono per creare disagio, sia pur nel rispetto dei servizi essenziali. Se ne accorgerà chi dovrà fare più fila in posta o al supermercato. Così fermare la circolazione per un paio d’ore su un asse strategico di traffico oltre ad essere uno strumento democratico, fa bene come cura allo stato di anestesia imperante nella nostra società e che si rispecchia nel dato elettorale".
Simbolica la collocazione del palco: "Le ex Reggiane sono centrali per la nostra realtà sia per la loro storia che come nucleo del conflitto sociale reggiano. Sono un punto nevralgico e a distanza di 70 anni rappresentano ancora la più grande e lunga occupazione di una fabbrica della Storia repubblicana".
Sui motivi dello sciopero, Sesena riassume: "È sopratutto contro una politica che non fa provvedimenti strutturali per il futuro, ma guarda alla gestione del consenso elettorale rincorrendo i sondaggi. Bisogna tornare ad innamorarsi della politica. Recentemente ho parlato con gli studenti dell’Unimore in assemblea: hanno introiettato la precarietà e la condizione di individualismo come una cosa fisiologica. Un dramma, perché non è vero che il posto fisso sia una vergogna. Accettano come una condizione ineluttabile l’avere un lavoro povero o precario, che non rispecchia ciò per cui hanno studiato. Guardiamo tanto alle persone che vengono in Italia, ma ci sono anche decine di migliaia di italiani, soprattutto giovani, che vanno all’estero per avere un lavoro migliore e non essere trattati come i figli della serva".