"Punto nascita, promesse disattese"

Bocciata in Regione la variazione di bilancio proposta dalla Lega pro-riapertura. "Bonaccini, parole vuote"

Migration

Sul tema del punto nascite i due consiglieri regionali leghisti reggiani, Gabriele Delmonte e Maura Catellani, tornano a puntare l’indice contro il presidente Stefano Bonaccini (che in passato si era detto favorevole alla riapertura) dopo che l’assemblea ha bocciato a maggioranza il loro ordine del giorno che prevedeva un assestamento di bilancio proprio per prevedere la riapertura dei punti nascite in montagna. I due consiglieri regionali della Lega, con una nota informano che, nonostante le varie promesse, "la maggioranza di centrosinistra regionale non si è assunta l’impegno di riaprire i punti nascita dell’Appennino".

La denuncia dei consiglieri regionali Delmonte e Catellani è riferita alla "mancata volontà di riaprire il punto nascite da parte della Giunta regionale, apparsa chiare ed inequivocabile, vista la bocciatura, nell’ambito della discussione sull’assestamento e variazione di bilancio di previsione 22-24, di un ordine del giorno dedicato alla soluzione di un tema molto delicato, come quello del punto nascite, per Castelnovo Monti e tutta l’area appenninica della regione Emilia Romagna". "Solo cinque anni fa – ricordano Catellani e Delmonte – l’Appennino Reggiano, con una fiaccolata di oltre 2000 persone, reclamava il diritto fondamentale alla salute delle mamme e dei nascituri, ingiustamente tolto per motivi politici".

I consiglieri leghisti ricordato anche che il ‘Patto per la Salute’ sottoscritto dal Presidente Stefano Bonaccini e dal Ministro della salute Roberto Speranza (patto che contiene la revisione del decreto ministeriale 70 per la disciplina e i parametri dei ‘Punti Nascita’), prevedeva la possibilità, per un largo campione di donne su base volontaria, di partorire nella massima sicurezza nei quattro punti nascita degli ospedali della montagna, ossia Borgo Val di Taro (Parma), Castelnovo Monti (Reggio Emilia), Pavullo nel Frignano (Modena) e Porretta Terme (Bologna). "La decisione della chiusura dei punti nascita – hanno aggiunto i leghisti Delmonte e Catellani – è di competenza esclusiva della Giunta Regionale e, in particolare, dell’Assessorato alla Sanità.- Pertanto mentre altrove, come a Cavalese, in Trentino e in altre località, si è vista ripartire l’attività dopo chiusure similari, da noi nessun segnale, solo promesse". "Addirittura – segnalano Delonte e Catellani – nel comune Cavalese, in provincia di Trento, il punto nascite ha riaperto con 2 sale parto, una sala operatoria con anestesista presente 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, con 8 medici tra anestesisti, pediatri e ginecologi". I consiglieri leghisti ricordano come le promesse del presidente Stefano Bonaccini, fatte in clima elettorale nel 2020, siano andate a vuoto, aggiungono che "la bocciatura dell’ordine del giorno proposto in sede di assestamento di bilancio, lascia intendere che nulla cambierà in futuro".

Nella stessa seduta i consiglieri di maggioranza Ottavia Soncini, Andrea Costa, Roberta Mori, Federico Amico e Stefania Bondavalli hanno presentato un documento per sollecitare "una sperimentazione per valutare la riapertura dei punti nascita",

Settimo Baisi