
La riapertura del punto nascite a Montecchio è stata ufficializzata la scorsa settimana
L’ospedale Franchini da ieri ha riattivato il servizio di partoanalgesia, che era stato sospeso per carenza di anestesisti impegnati nel recupero delle liste d’attesa post-pandemia. La decisione, comunicata il 25 febbraio durante un incontro della Commissione comunale Sanità e ufficializzata la scorsa settimana, è stata accolta da tutti come un importante passo avanti per la tutela della sostenibilità del punto nascita. Ma il dibattito politico resta aperto. Mauro Pecchini, presidente della Commissione, sottolinea che la riattivazione è frutto del lavoro costante di operatori sanitari e istituzioni, e respinge le rivendicazioni del capogruppo di ViviAmo (opposizione) Filippo Borghi: "Attribuirsi meriti che spettano ai professionisti della sanità e a chi ha costruito un dialogo istituzionale costante con Ausl è scorretto, e offende l’impegno quotidiano di medici, ostetriche, anestesisti e dirigenti sanitari".
Lo accusa anche di aver diffuso in febbraio dati errati. "Ciò contribuisce solo a generare allarmismo ingiustificato. Sulla salute non si può giocare", afferma Pecchini, invitando al rigore. Borghi riconosce l’attivazione della partoanalgesia come un risultato significativo, frutto dell’impegno della direttrice Viviani e della dottoressa Giglioli, ma ha anche rivendicato il contributo del suo gruppo nel mantenere i fari accesi sulla questione. Ha anche espresso preoccupazione per il futuro sottolineando che con poco più di 370 parti annui il Franchini "è ben sotto la soglia minima prevista dalla normativa per il mantenimento del servizio. La sicurezza di donne e bimbi deve restare prioritaria, ma è fondamentale anche potenziare e rendere sempre più attrattivo il punto nascita". La partoanalgesia e il cesareo dolce sono passi concreti in tale direzione, ma "serve collaborazione tra le Ausl di Reggio e Parma per garantire un futuro solido al presidio".
Francesca Chilloni