ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Puntò pistola alla psicoterapeuta. Tentato stalking e lesioni, prende un anno e sei mesi

L’uomo, con precedenti e in cura in una struttura, aveva accusato la donna di averlo ’scartato’. La difesa della legale: "La dottoressa mandò messaggi troppo confidenziali, lui si era invaghito". . .

L’uomo, con precedenti e in cura in una struttura, aveva accusato la donna di averlo ’scartato’. La difesa della legale: "La dottoressa mandò messaggi troppo confidenziali, lui si era invaghito". . .

L’uomo, con precedenti e in cura in una struttura, aveva accusato la donna di averlo ’scartato’. La difesa della legale: "La dottoressa mandò messaggi troppo confidenziali, lui si era invaghito". . .

Lui, un uomo con problemi di tossicodipendenza, e con precedenti penali, è accusato di aver puntato una pistola al petto di una psicoterapeuta che lavora per una cooperativa sociale reggiana in cui lui era seguito. La professionista lo aveva denunciato in questura nell’estate 2024: per Antonio Visone, 56 anni, nato a Napoli e residente in città, era scattata la misura cautelare in carcere per stalking. L’uomo, assistito dall’avvocato Gisella Mesoraca, ieri è stato processato con il rito abbreviato, condizionato alla produzione dei messaggi che lui e la psicologa si erano scambiati. In tribunale è stata dapprima ascoltata la psicologa. Il giudice Luca Ramponi (nella foto) ha poi emesso una sentenza più severa rispetto alle richieste della Procura: ha riqualificato in tentato stalking e lo ha ritenuto responsabile di lesioni, condannandolo a un anno e 6 mesi e disponendo la scarcerazione. Secondo la donna, Visone l’avrebbe accusata di averlo illuso e poi ‘scartato’, a differenza di altri pazienti: una fantasia che l’uomo aveva però coltivato in solitaria.

Il 56enne doveva rispondere di essersi appostato davanti al centro diurno per vederla e, in due casi, di aver tentato di baciarla sulla bocca; oltreché di aver apostrofato un altro uomo che talvolta affiancava la psicoterapeuta. L’episodio più grave risale al 10 luglio 2024: dopo aver detto alla psicologa parole pesanti, Visone avrebbe estratto l’arma, minacciando di morte l’altro uomo.

E poi, rivolto a entrambi, avrebbe detto: "Vi do la pistola in testa". Poi li aveva colpiti e strattonati, dicendo che se avessero chiamato le guardie l’avrebbero pagata. Al vaglio anche un messaggio da lui inviato alla donna dove avrebbe lasciato intendere di essere a conoscenza dei suoi spostamenti.

Per questo fatto gli sono state contestate le lesioni, sulle quali lui ha ammesso la responsabilità; Visone ha invece negato l’episodio della pistola, mai trovata.

Davanti al giudice Ramponi, ieri non solo la difesa, ma anche il pubblico ministero ha chiesto l’assoluzione dal reato di stalking; il pm ha poi domandato 6 mesi per le lesioni.

L’avvocato Mesoraca ha chiesto il minimo della pena per le ferite e le attenuanti, sostenendo che i messaggi che la psicologa scambiava con il 56enne avessero un tono troppo confidenziale.

Chiedendo alla psicologa se fosse normale, lei aveva risposto che faceva parte del percorso di terapia; durante l’arringa il legale ha obiettato che Visone si era innamorato di lei e che il tenore dei messaggi avrebbero illuso lui, persona fragile, di essere ricambiato.

L’avvocato Mesoraca annuncia "ricorso in Appello": "A mia domanda la parte offesa ha riferito in aula che non ha avuto paura del mio assistito: mancano i presupposti per lo stalking".

Alessandra Codeluppi