Quadro rubato di Ligabue, indagato Parmiggiani

Il critico e la gallerista Lodi nel mirino della procura di Aosta per ricettazione. Dipinto sparito nel 1991 e poi ritrovato. Ha un valore di almeno 250mila euro

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di Antonio Lecci

Il noto critico d’arte e promotore di mostre, Sandro Parmiggiani (nella foto), reggiano di 75 anni, e la gallerista Patrizia Lodi, 67 anni, parmense di Sala Baganza, risultano indagati per ricettazione dalla Procura di Aosta nell’ambito dell’inchiesta sul furto e ritrovamento di un quadro di Antonio Ligabue, che venne rubato nel 1991 dalla villa di Boretto di proprietà di una donna, all’epoca residente in provincia di Parma e ora a Milano. Il valore del quadro è di almeno 250 mila euro. Si tratta dell’autoritratto con spaventapasseri, rinvenuto in una mostra al Forte di Bard, in Val d’Aosta, lo scorso gennaio.

La proprietaria derubata, ora ottantenne, dal giorno del furto, oltre trent’anni fa, non ha mai smesso di cercare quell’opera d’arte, visionando cataloghi e mostre dedicate proprio ad Antonio Ligabue, il grande artista morto a Gualtieri nel 1965. Secondo la Procura, Parmiggiani, tra i massimi esperti dell’artista nato in Svizzera e trasferito a Gualtieri, ha avuto l’opera dalla gallerista, organizzando la mostra "Antonio Ligabue e il suo mondo" ad Aosta. La Lodi, invece, non avrebbe accertato la provenienza del quadro. Dopo la segnalazione ai carabinieri del Nucleo tutela dei beni culturali di Monza è scattato il sequestro con apertura del fascicolo da parte del pm Giovanni Roteglia. La Pinacoteca di Brera ha accertato che il quadro è effettivamente quello rubato nel 1991 a Boretto. Il quadro in questione è un olio su faesite di 62x50 centimetri, realizzato tra il 1957 e il 1958. La tesi degli inquirenti è che né il curatore dell’esposizione né la gallerista abbiano accertato e certificato la provenienza lecita dell’opera, non ottemperando al Codice dei beni culturali.

E c’è pure un "giallo". Nella denuncia di trentun anni fa era stato indicato un dettaglio che il quadro sequestrato non presenta: una libellula, sull’angolo in alto a destra (nella foto grande sono raffigurate le due ’versioni’). Una perizia della Pinacoteca di Brera spiega che quella porzione di tela è stata asportata con un bisturi e coperta con tinte che raffigurano il cielo. Quando l’operazione sia avvenuta, forse per rendere il quadro meno riconoscibile, non è possibile stabilirlo. Quel dettaglio rafforza gli inquirenti nella convinzione che soltanto la genuinità del dipinto sia stato verificato dai due indagati, ma non la sua provenienza. Il fatto che la "mutilazione" sarebbe emersa attraverso un "esame di luce radente" induce gli investigatori a pensare che non sia stato svolto, perché il suo risultato avrebbe dovuto indurre dubbi sulla storia della tela. L’autoritratto rubato è stato esposto in diverse mostre, tra il 2015 e il 2022, tutte curate da Parmiggiani. Il Forte di Bard risulta avere acquistato la retrospettiva con un pacchetto "chiavi in mano" da una società del settore. Un meccanismo che ha portato gli inquirenti ad escludere responsabilità dell’associazione che gestisce la fortezza che, anzi, emerge dalle indagini come parte offesa. Il quadro di Ligabue, dopo il furto, sarebbe passato da varie mani, da diversi proprietari. Nel 1993 era stata richiesta una perizia all’archivista Sergio Negri, espertissimo di opere di Ligabue, da parte di un artigiano di Muggiò. Poi l’opera sarebbe stata rivenduta a un collezionista milanese, nel 1995. Dieci anni dopo si trova nelle mani di un imprenditore, dopo una compravendita curata da una galleria, ma con pochi dettagli sul precedente proprietario e, dunque, sulla provenienza del quadro: una mail, inserita tra gli atti dell’inchiesta, evidenzia infatti delle difficoltà nel risalire all’identità delle persone che avevano posseduto l’opera.

Da parte sua Parmiggiani, assistito dall’avvocato Domenico Noris Bucchi, si dichiara "estraneo a ogni tipo di contestazione", "pronto a rendere dichiarazioni all’esito delle indagini preliminari per chiarire i fatti nel dettaglio, certi che la posizione sarà archiviata ancor prima della fase del rinvio a giudizio".