Qualità della vita 2018 Reggio Emilia, la provincia perde due posizioni. Donne sottopagate

Classifiche del Sole: 18esimi. Boom export, male scippi e rapine

Le donne nella nostra provincia guadagnano il 30% in meno degli uomini (Newpress)

Le donne nella nostra provincia guadagnano il 30% in meno degli uomini (Newpress)

Reggio Emilia, 18 dicembre 2018 - A voler usare la terminologia calcistica, la nostra provincia è in zona Uefa. Non però, come succedeva un tempo, in Champions. Ci rende nostalgici la tradizionale classifica annuale della qualità della vita del Sole 24 Ore, resa nota ieri. Reggio è diciottesima: perde due posizioni dallo scorso anno, quando però ne aveva guadagnate undici nel confronto col 2016. Siamo il tipico territorio multietnico padano con nuovi problemi e senza più i record di una volta. E’ questa la cartolina che ci piazza - dall’ottavo al ventesimo posto - in compagnia di province del solo Nord tra Pordenone (ottava) e Rimini (venti). Ma Milano, prima, è lontana, e lo sono Bolzano, Trento, Trieste, Bologna settima. In Emilia-Romagna, ci sopravanzano anche Ravenna e Modena. Peggio fa Parma: ventunesima e in fase calante visto che ha perso sette posizioni. L’abbiamo sorpassata.

Dicevamo i problemi. Categoria per categoria. La graduatoria di giustizia e sicurezza non è complessivamente negativa: siamo 23esimi, grazie alla percentuale sul totale di cause civili ultratriennali pendenti (7,4: quattordicesimi), alla durata media dei processi (21esimi, terzi in regione), alla scarsa litigiosità (27esimi) e ai delitti di droga (dodicesimi, 34,5 ogni centomila abitanti). Ma a far abbassare il risultato finale è l’insopportabile numero di scippi e borseggi nel 2017 (siamo 82esimi su 107 province: valore 217,4) e quello, pure alto, delle rapine (65esimi: 31,9 ogni centomila abitanti). E i soldi? Quinto - eccellente - il posto per affari e lavoro. Ventinovesimo (non brillante) per ricchezza e consumi, con la perdita di ben quattordici posizioni. Nei depositi pro capite, diciottesimi in Italia, al quinto posto in regione. Nel Pil pro capite siamo decimi in Italia, quarti in regione. Noni nei consumi (Modena è seconda, ma in Emilia veniamo noi subito dopo la Ghirlandina). Dodicesimi nel tasso di occupazione con tre piazze perdute (è cresciuto dello 0,2: ora è al 68,4%, ma questo significa che altre provincie sono andate più forte di noi e ci hanno scavalcato), sedicesimi nel tasso di disoccupazione. Ottimo il risultato nella quota di export sul Pil: Reggio è l’ottava provincia d’Italia, prima in Emilia.

Sconcertante il «gap retributivo di genere»: meno 30%. Reggio è addirittura novantesima: e c’è da restare ammutoliti, in una terra che si distingue (o distingueva) nell’impegno per la parità di genere. Non soddisfacente neppure la posizione in «ambiente e servizi»: Reggio è 43esima, anche se ha scalato dodici posti. Cosa c’è che non va? Il 73esimo posto per la spesa sociale degli enti locali per abitante. Ad alzare la media, il decimo posto conquistato come smart city, il 19esimo per l’home banking, il 24esimo come ecosistema urbano, il 27esimo come speranza di vita media alla nascita (83 anni e tre mesi). Altro tema caldo - siamo noni - «demografia e società»: l’indice di vecchiaia ci colloca al decimo posto e quello di mortalità al 27esimo (10,2 ogni mille abitanti). Città multietnica, dicevamo: siamo decimi per acquisizioni di cittadinanza italiana (primi in regione) e dodicesimi per tasso di fecondità (secondi in regione dopo Modena).

Neppure l’ultima classifica del Sole ci fa sorridere: è quella della «cultura e tempo libero». Reggio è al 58esimo posto, triste ultima in regione. Ecco le sottoclassifiche: 85 esimi in librerie, 38esimi in offerta culturale, 31esimi in cinema. 91esimi (!) in turismo e permanenza media nelle strutture ricettive, 93esimi nel numero di onlus, 21esimi nella spesa per spettacoli al botteghino. E neppure eccelliamo nello sport: 43esimi, pigri, anche se - per tornare al calcio - stabili nella parte sinistra della classifica. Ma senza ambizioni Champions, e neppure Uefa.