Quando a Masone furono avvistati gli Ufo

E’ il 29 dicembre del 1978 e all’incrocio con la strada per Roncadella un’auto dei carabinieri nota un oggetto luminoso in cielo

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Con il naso verso l’alto, nell’immediata campagna che annuncia la città, avvolta dal gelo di dicembre. E nel cielo, un misterioso oggetto luminoso, che viene osservato dalle forze dell’ordine. Un episodio alla Steven Spielberg o alla X-Files con Mulder e Scully, di cui abbiamo trovato traccia nella documentazione del gruppo reggiano del Centro ufologico nazionale (Cun), che sull’accaduto ha svolto un’indagine nei giorni immediatamente successivi ai fatti. I fascicoli sono stai messi a disposizione da Lorenzo Bartoli. E’ il 29 dicembre del 1978, ore 5. Lo scenario è Masone, nel punto in cui la via Emilia incrocia la strada che porta a Roncadella. Da lì sta transitando un’auto dei carabinieri. La pattuglia nota un oggetto luminoso nel cielo. Il fenomeno si presenta come "una forma triangolare, talvolta variabile fin quasi al tondeggiante, caratterizzata nella parte superiore da una luce rossa abbagliante e intermittente. In basso, di colore bianco, con grandezza di circa un quarto di luna". Sul luogo arrivano altre pattuglie delle forze dell’ordine, documentano quanto sta avvenendo con la macchina fotografica. Le immagini sono tuttora disponibili. Il tempo scorre, via via che il traffico s’intensifica l’area si anima di gente. L’insolito fenomeno prosegue sino alle 7, trovando altri testimoni: carabinieri e agenti della Polstrada, molti automobilisti, alcuni residenti, i passeggeri dell’autobus della linea 2 che collega Rubiera a Reggio. Poi, tutto si dissolve nel cielo nuvoloso che va schiarendosi. Ma l’eco continua: "Carabiniere fotografa Ufo", "Tutta la città parla dell’Ufo", titola il Carlino. Nel frattempo i giornali riferiscono che nella stessa giornata, in Abruzzo, una sfera luminosa avrebbe "fatto impazzire una centrale elettrica". Gli appassionati di ufologia si chiedono se le vicende possano essere collegate. Il clamore sembra spegnersi, ma il periodico "TuttoReggio" rilancia il fatto. E le foto scattate dalle forze dell’ordine nel frattempo arrivano dallo sviluppo. Mostrano un fenomeno luminoso dai contorni incerti. "La macchina fotografica era senza teleobiettivo, così ho usato vari tempi di apertura. E per evitare che ci potessero essere luci estranee come quelle delle auto, per farle sono andato nei campi. Ero presente in camera oscura al momento dello sviluppo", precisa uno degli agenti ad Alberto Lazzaro, indagatore del Cun. "Una foto mostra una palla di fuoco con una specie di scia, apparentemente rotante. Si nota un ipotetico movimento dell’oggetto, forse triplicato. In realtà, più che uno spostamento, è probabile si tratti dell’effetto di riflessione sull’obiettivo della fotocamera", aggiunge l’esperto, come riporta la documentazione. In quel periodo nel Reggiano ci furono varie notizie di oggetti luminosi, dalla Bassa all’Appennino. Tra cui il dibattuto episodio di Villa Aiola, con testimone il regista Pier Carpi, quando un luciore inspiegabile venne notato nei prati a ridosso della latteria sociale. Suggestioni dovute al film "Incontri ravvicinati del terzo tipo"? Chissà. Il caso di Masone sembrerebbe tuttavia avere una sua specificità grazie alla documentazione fotografica, al numero di testimoni e alla presenza delle forze dell’ordine. E tanti anni dopo pare conservare un alone di mistero che ammicca alle stelle.

Massimo Tassi