"Quanti morti servono per la via Emilia bis?"

Decine di residenti di Cella, Gaida e Cadè con striscioni e cartelli hanno dato vita a una biciclettata di protesta: "Il Comune si muova"

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"Quanti morti prima che ci ascoltiate?". È uno dei tanti striscioni eloquenti appesi ai muri della via Emilia durante la biciclettata di protesta organizzata dal comitato "Mattone su Mattone" che da tempo chiede la via Emilia bis e che già aveva depositato una raccolta firme in Comune. Decine di cittadini – di Cella, Cadè e Gaida ("uniti per paesi più vivibili", recita un altro lenzuolo) si sono trovati ieri mattina, bloccando simbolicamente la strada per tenere viva l’attenzione, all’altezza del sovrappasso di Villa Cella.

"Anche per i cittadini di serie B, la sicurezza è un diritto", recita uno dei tanti cartelli. "Siamo in attesa di fatti", recita un altro. E ancora: "I bambini e i giovani aspettano di poter vivere i paesi. Pensiamo di dare risposte concrete?". A scendere in strada c’erano bambini, ragazzi, adulti e anziani, alcuni con tanto di cartelli al collo: "Vai piano, rallenta! Qui vivono delle persone". Da tempo i residenti denunciano la pericolosità della strada, a gran voce soprattutto dopo i numerosi incidenti gravi che sono avvenuti qui nel corso degli ultimi anni. Nel maggio 2019 perse la vita una 47enne carpigiana, investita in via Vico, a Villa Cella, davanti al ristorante La Mulata. Mentre nel dicembre 2020 un altro lutto pesantissimo quando morì il 12enne Youness, travolto da un furgone. Il 2 settembre scorso un altro incidente spaventoso riportò alla ribalta della cronaca, il nodo sicurezza sulla strada, quando un pirata ha investito un ciclista.

"I numeri del traffico quotidiano sono impressionanti e rappresentano un problema enorme per gli abitanti dell asse stradale: 19mila veicoli al giorno, tra camion, auto, moto e mezzi pubblici. Insomma una mole che rende la vita impossibile sotto il profilo ambientale e sicurezza. Purtroppo dal Comune arrivano solo parole e promesse sempre più diluite nel tempo. Soluzioni inadeguate che, paradossalmente, andrebbero a peggiorare la viabilità restringendo ancor più la carreggiata provocando un effetto ‘mbuto’ maggiore. Occorre che l’infrastruttura venga realizzata in tempi brevi per liberare questi cittadini da una mostruosa realtà che abbassa notevolmente la loro qualità della vita", ha detto Paolo Croci, esponente di Azione Reggio, presente ieri al sit-in.

L’assessora alla mobilità Carlotta Bonvicini, proprio un mese fa al Carlino aveva assicurato che "la fase di progetto sarà chiusa entro fine anno. Nel 2023 sarà esecutivo e partiranno i lavori per mettere in sicurezza la strada grazie ai 2,4 milioni di finanziamento ministeriale. Sarà posizionato anche un velox al fine di rallentare la velocità delle auto".

Nina Reverberi