GIULIA BENEVENTI
Cronaca

Quanto costa il Covid? Il bilancio dell’Ausl: "Previsti 13 milioni per tamponi e ricoveri"

Il direttore Fornaciari: "Nel 2020 la stessa spesa era a +85 milioni". Oggi a incidere per altri 11 milioni sono i farmaci e i dispositivi medici. .

Quanto costa il Covid?. Il bilancio dell’Ausl: : "Previsti 13 milioni per tamponi e ricoveri"
Quanto costa il Covid?. Il bilancio dell’Ausl: : "Previsti 13 milioni per tamponi e ricoveri"

Reggio Emilia, 21 settembre 2023 – Nel bilancio 2023 dell’azienda Usl di Reggio, approvato di recente dalla Ctss (Conferenza territoriale socio-sanitaria) la pandemia da Covid-19 continua ad avere un certo volume. Per l’esattezza, pesa 13 milioni circa. Questa è la cifra quantificata dall’azienda nel bilancio previsionale, come riferisce il direttore amministrativo, Davide Fornaciari. "Va detto – precisa subito – che nel 2020 la stessa voce, a bilancio finale, contava 85 milioni. Di anno in anno, continua a calare".

Direttore, questa voce di bilancio legata al Covid-19 quali spese riguarda oggi?

"Principalmente sono risorse utilizzate per l’acquisto di tamponi e dispositivi di protezione individuale, ma a incidere molto sono anche i ricoveri".

Quanti sono al momento?

"Ventiquattro, tra chi è ricoverato per ragioni legate direttamente al virus, e chi lo è per altre motivazioni ma è positivo".

E costano tanto perché devono stare isolati, giusto?

"Esatto. Ognuno di loro richiede una stanza ad hoc e personale che necessita di ulteriori dispositivi di protezione. Ma le dirò, tornando al bilancio, se penso ai dati che avevamo nel 2020...".

Comunque sia, 13 milioni è una ’fetta’ non indifferente. Cos’altro incide così tanto?

"Sicuramente i costi per i farmaci e i dispositivi medici. In generale, la spesa per i beni sanitari è aumentata di 47,5 milioni rispetto al 2022. Me nello specifico, farmaci e dispositivi segnano un +11 milioni circa. Su questo però influisce anche il magazzio di area vasta di via Vertoiba".

In che senso?

"Quello stesso magazzino serve sia la nostra azienda che quelle di Piacenza, Parma e Modena. La contabilità, però, è tutta nostra".

Quindi la spesa è da considerare per quattro Ausl, non una.

"Precisamente. Poi però, in chiusura di bilancio, alla voce ’ricavi’ quelle stesse risorse spese per le altre tre aziende tornano indietro. Al momento però sulla carta, o meglio sulle nostre carte, quella spesa incide molto".

Un’altra voce ancora riguarda le spese non sanitarie. Cosa sono?

"Sono tutti quei costi che interessano per esempio i trasporti, gli appalti esterni, la vigilanza, la manutenzione. Specialmente quest’ultima, con il rialzo dei costi delle materie prime, ha un certo peso".

Tuttavia per le spese non sanitarie avete previsto di spendere 18 milioni in meno, rispetto al 2022. Perché?

"È un elemento che va visto in prospettiva, a partire dall’aumento dei costi delle utenze verificatosi l’anno scorso. Nel 2022 i costi erano a +30 milioni, ora le utenze sono scese a -11 milioni".

Anche sui dirigenti avete deciso di tagliare, per la precisione di 4,5 milioni.

"Quello dei costi del personale è un equilibrio che va mantenuto anche in base alla richiesta, espressa dalla Regione, di rientrare in quella che prima della pandemia era la norma".

Ci spieghi.

"Tra il 2020 e il 2022, per l’emergenza l’azienda Usl di Reggio ha aumentato di 400 unità il suo personale. Ora dobbiamo, come dire, rientrare nei ranghi progressivamente, ponendoci ogni anno un obiettivo. Per il 2023 l’obiettivo è di ridurre la spesa di 3,5 milioni circa. Poi certo, non tutto deriva dalle decisioni della direzione".

Cioè?

"Per alcune categorie professionali, vedi i medici anestestiti o dell’emergenza-urgenza, o ancora gli infermieri, c’è un problema di reperibilità. Noi saremmo ben contenti di pianificare uno stanziamento di risorse su questi specifici costi del personale. Il problema però, è che non ne troviamo".

E questo aspetto è peggiorato con la pandemia?

"No, direi che è un fenomeno slegato dal Covid. Piuttosto riguarda un problema di appetibilità di queste professioni".

Guardando anche agli anni pre-Covid, come vede questo bilancio in generale?

"L’obiettivo è andare in pareggio, come ogni anno, ed è possibile arrivarci seguendo tre strade. La prima è a livello statale, che il governo aumenti le risorse riservate alla sanità. La seconda invece riguarda le risorse che entro fine anno dovrebbero arrivare dalla Regione (circa 70 milioni, ndr). E infine c’è l’azienda stessa, impegnata a contenere i costi ove possibile, senza che la qualità del servizio venga compromessa".