Benedetta Salsi
Ci sono l’operaia Oriella, il macchinista Valter, il facchino Mario, l’ingegnere commerciale Cesare, l’addetto al magazzino Vasco, la moglie del custode Rina. Nei referti delle 52 vite spezzate fra il 1985 e il 2014 – che si incontrano nel fascicolo per omicidio colposo archiviato dal tribunale di Reggio Emilia contro gli ex patron dell’Eternit di Rubiera – 21 volte compare la parola mesotelioma.
Il primo è Prisco Barrasso, che a Rubiera ci ha lavorato solo due mesi; il resto della vita, 23 lunghissimi anni, alla Cemental di Correggio a produrre lo stesso maledetto cemento-amianto. È morto nel 2001 per mesotelioma pleurico.
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