ANTONIO LECCI
Cronaca

"Quell’intitolazione diede il via alle infiltrazioni"

L’associazione Peppino Impastato-Adriana Castelli, attraverso la coordinatrice provinciale Catia Silva (nella foto), condivide la proposta dell’ex prefetto reggiano, Antonella De...

L’associazione Peppino Impastato-Adriana Castelli, attraverso la coordinatrice provinciale Catia Silva (nella foto), condivide la proposta dell’ex prefetto reggiano, Antonella De...

L’associazione Peppino Impastato-Adriana Castelli, attraverso la coordinatrice provinciale Catia Silva (nella foto), condivide la proposta dell’ex prefetto reggiano, Antonella De...

L’associazione Peppino Impastato-Adriana Castelli, attraverso la coordinatrice provinciale Catia Silva (nella foto), condivide la proposta dell’ex prefetto reggiano, Antonella De Miro, di cambiare il nome all’attuale via Citta di Cutro, trasformandola in "Reggio Emilia città libera da tutte le mafie".

"Non solo nel processo Aemilia si è evidenziato il metodo mafioso in cui la ‘ndrangheta pretendeva di comandare la città. Il processo Grimilde ha dimostrato – dichiara la Silva, da tempo impegnata attivista nella lotta contro le infiltrazioni mafiose – come volevano imporre la loro mentalità mafiosa anche nei paesi di provincia, come a Brescello, dove il clan Grande Aracri ha messo radici ben solide. Basti leggere gli articoli di cronaca. Cambiare nome sarebbe rispetto per chi avendo denunciato è stato selvaggiamente minacciato con metodi mafiosi: non solo giornalisti, politici, ma anche cittadini che non si sono girati dall’altra parte... E io posso dirlo. È stato un periodo buio, dove chi denunciava doveva chiedere scusa a loro, che si professavano benefattori del paese. Lupi travestiti da pecorelle…"

E conclude con un appello: "Si deve cambiare quel nome, si deve voltare pagina, si deve dare un segnale forte, nel rispetto anche dei calabresi onesti, che non si sentiranno offesi per questa richiesta. Quell’intitolazione non è una valenza di amicizia tra città ma ben altro: l’inizio dell’infiltrazione ndranghetista in città e provincia".

a. le.