Quintilio e la musica "Per lui era coesione Rifuggiva la retorica"

Carlo Baldi ricorda l’amico Prodi, che per tanti anni ha retto il timone della Famiglia artistica reggiana. Stasera la messa di suffragio per l’architetto, domani l’ultimo saluto a Colombaia di Secchia.

Quintilio e la musica  "Per lui era coesione  Rifuggiva la retorica"

Quintilio e la musica "Per lui era coesione Rifuggiva la retorica"

"Le Suites per violoncello solo di Bach non suoneranno più nella chiesa di San Filippo, dove Quintilio Prodi si misurò negli ultimi anni della sua partecipazione alla Famiglia Artistica Reggiana, della quale fu presidente per lungo periodo".

E’ un ritratto commosso, quello che il commercialista Carlo Baldi – attuale deus ex machina della Far – tratteggia di Quintilio Prodi, scomparso a 88 anni nella sua casa del Villaggio Architetti.

"L’atmosfera calorosa e raggiante delle suites – dice Baldi – sono il bel ricordo di Quintilio, che, oltre ad essere un affermato architetto, era un grande appassionato di musica e valido violoncellista. La sua passione per la musica l’ha portato per diversi anni e fino alla fine del 2012 a presiedere la Famiglia Artistica Reggiana qualificandola specie nel settore musicale. Grazie a lui, tra gli altri, infatti famosi sono i concerti di Ramin Baharani, pianista iraniano e nel 2010 del pianista Michael Lifits, vincitore del concorso internazionale Busoni".

"Mi piace ricordare le sue parole – prosegue Baldi – sulla caratteristica e funzione della Far: ’Rifiuto della retorica, della cultura come discriminazione elitaria, dell’asservimento dell’arte a fini di potere e il cogliere per contro in positivo la ricerca di una coesione fra le persone basata su di un legame semplice ma sincero e profondo fra il fatto artistico e la quotidianità della vita’".

"Sono queste indicazioni – sottolinea Baldi – che hanno assicurato la continuità di questa associazione, ora Fondazione, che vive nella nostra città da oltre 70 anni e che spera di avere continuità rafforzandosi nel rispetto dei principio che egli aveva indicato. Ora Quintilio non è più. Resta però nel nostro cuore e lo ricordiamo con affetto come le suite che suonava col suo violoncello".

Numerose le attestazioni di cordoglio che hanno raggiunto la famiglia dell’architetto, fratello dell’ex premier Romano e membro di una numerosa famiglia che ha espresso grandi talenti nel campo delle professioni.

Quintilio – come abbiamo ricordato nell’edizione di ieri – con i suoi baffi che gli conferivano un’aria austera e seriosa, si era spesso fatto carico di rappresentare la sua categoria professionale. Lo aveva fatto per due bienni senza mai sottrarsi al confronto dialettico, anche acceso. Era diretto, parlava con franchezza. Una consapevolezza che una delle figlie, Silvia, ingegnere, aveva ereditato e traslato in politica, in Consiglio regionale.

Quintilio lascia la moglie Gisella, i figli Rita, Federico, Silvia, Tomaso, Nicola e Flavia, e tanti nipoti che in lui avevano un sicuro punto di riferimento.

Una messa di suffragio verrà celebrata questa sera, alle 18,30, nella chiesa del Preziosissimo Sangue.

Le esequie si svolgeranno domani, alle 10,30, nella chiesa di Sant’Andrea a Colombaia di Secchia, nel Carpinetano, a pochi chilometri dalla grande casa di Bebbio dove Quintilio – insieme ai fratelli e alla famiglia – ha trascorso per anni tante estati serene.