
Reggio Emilia, 17 settembre 2023 – È difficile rendere a ‘porte chiuse’ un evento che si tiene in mezzo a monti, colline, terrapieni e tornanti. Al massimo si può fare tutto quanto è umanamente possibile per evitare che il pubblico si avvicini a ‘zone a rischio’, con un’appropriata segnaletica e un adeguato presidio.
Ma il rischio che il divieto di pubblico al 42esimo Rally dell’Appennino, stabilito non più tardi di giovedì scorso in Prefettura, al termine di un Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, non fosse pedissequamente rispettato c’era. E così è stato.
Nella prova speciale di Villa Berza, quella forse più rappresentativa dell’intera due giorni della kermesse motoristica, svoltasi, prevalentemente, tra i tornanti di Carpineti e Felina, non è passata inosservata la presenza di un numero consistente di persone che assiepavano i terrapieni a lato della carreggiata dove sfrecciavano le auto in gara (sono state 73).
Tanto che, per disperdere quella piccola folla di appassionati, si è reso necessario l’intervento dei carabinieri che hanno fatto rispettare il divieto di ‘presenza’ di spettatori a ridosso del percorso di gara. Un divieto scattato dopo il terribile incidente mortale dell’agosto 2021 e che fu una tragedia che gettò nello sconforto molte persone.