Rapina Brescello, banditi con l’accetta terrorizzano il Famila. Presi dopo la fuga

Botte al direttore: "Apri la cassaforte"

Il direttore del negozio ha cercato di temporeggiare ma non è servito

Il direttore del negozio ha cercato di temporeggiare ma non è servito

Brescello (Reggio Emilia), 15 giugno 2019 – Armati di ascia e coltello hanno fatto irruzione al supermercato Famila di Brescello, verso le 19 di ieri, picchiando il direttore del supermercato che non voleva aprire la cassaforte ai malviventi.

Hanno agito in due, con volto coperto. Prima hanno arraffato i soldi delle due casse aperte, poi hanno puntato all’ufficio. Sono fuggiti su una Fiat Cinquecento, risultata rubata, con un bottino di circa diecimila euro. Ma le indicazioni fornite dai testimoni hanno permesso ai carabinieri di intercettare un’auto, a San Sisto di Poviglio, con a bordo tre persone: i due uomini ritenuti autori della rapina, oltre a una donna, la cui posizione è al vaglio degli investigatori.

I carabinieri di Boretto e Brescello hanno portato i tre in caserma, in attesa di completare gli accertamenti. Recuperati l’auto rubata, il bottino e pure l’ascia usata per la rapina. Il direttore del Famila è stato raggiunto sul posto da un’ambulanza, ma dopo le prime cure ha rifiutato il trasporto in ospedale, recandosi invece in caserma per illustrare ai carabinieri quanto accaduto. Durante la rapina i dipendenti, per motivi di sicurezza, hanno fatto uscire i numerosi clienti da una porta di servizio. Tra le corsie sono rimasti i carrelli pieni di spesa, abbandonati dai clienti subito usciti dal market.

Con l’accusa di concorso in rapina aggravata i carabinieri di Boretto, collaborati dai colleghi di Brescello e Castelnovo Sotto, hanno quindi arrestato un 53enne di Ceccano, in provincia di Frosinone, e un 37enne domenicano residente a Poviglio. Nei guai anche la madre di quest’ultimo denunciata per concorso. L’attività portava al recupero dell’intera refurtiva, dell’autovettura poco prima rubata, delle armi e dei manufatti idonei al parziale mascheramento, tutto sottoposto a sequestro. I due rapinatori, al termine delle formalità di rito, sono stati ristretti nel carcere di Reggio Emilia.

L'italiano era ricercato da oltre 2 anni essendo gravato da un’ordinanza applicativa in carcere emessa dall’Uepe della Procura di Livorno dovendo lo stesso scontare anni 4 e mesi 8 di reclusione per una rapina commessa nel 2000.