
Rosamaria Papaleo, segretaria generale di Cisl Reggio Emilia
Segretaria generale, qual è la posizione del sindacato su questo referendum? "I quesiti non affrontano i reali problemi del lavoro e in alcuni casi, peggiorando le cose, ripropongono soluzioni superate per criticità nuove che richiederebbero, invece, nuove tutele – risponde Rosamaria Papaleo –. Quindi, non facciamo campagna pro o contro i quesiti e non invitiamo all’astensionismo. Diciamo che le riforme sono difficili, costano fatica e mediazione, ma sono anche l’arma più seria per dare un futuro al lavoro".
Qual è secondo voi la prima sfida lavorativa da affrontare? "C’è una rivoluzione industriale enorme e senza scrupoli in corso, quella dell’AI. Se non ce ne occuperemo saranno sempre più i lavoratori che perderanno il posto per colpa di un algoritmo. A Reggio, lo avete scritto, sta già succedendo. Entro il 2042 Reggio avrà il 22% di forza lavoro in meno per effetto del crollo demografico e abbiamo un problema gravissimo con il costo dell’energia. Istat certifica il record di occupati ma poi le famiglie hanno salari non adeguati. Rendiamo le buste paga più pesanti anziché inseguire il fantasma del Jobs Act".
I promotori sostengono che il primo quesito porterà ad un ritorno all’articolo 18, seppure parziale. Voi come la vedete? "La reintegra nei licenziamenti illegittimi esiste ancora, per gravi motivi come discriminazione o violazioni della maternità e paternità. Invece non ritornerà l’articolo 18 come la propaganda vuol far credere. Ritornerà la legge Fornero: il lavoratore licenziato in modo illegittimo non avrà più 36 mensilità ma solo 24. Bene ma non benissimo".
Per i licenziamenti nelle piccole imprese il referendum vuole superare il tetto dei sei mesi di indennizzo. E poi si punta a rendere obbligatoria una causale fin dal primo giorno per i contratti a termine. Qual è la vostra posizione? "Per i licenziamenti nelle piccole imprese il quesito prevede l’eliminazione del tetto massimo di sei mensilità senza però garantire che i giudici concedano importi superiori. Tutto viene lasciato alla loro discrezionalità. Una buona riforma, con una visione ampia, avrebbe potuto aumentare sia il limite minimo che il limite massimo di mensilità di indennizzo. Circa i contratti a termine, il vero problema è saper colpire i contratti brevissimi".
Sicurezza negli appalti. La responsabilità condivisa tra committente e appaltatore. Cosa cambierebbe realmente con il sì e qual è la vostra posizione? "Il referendum vuole rendere il committente finale responsabile anche per i rischi specifici dell’impresa appaltatrice. Ma la normativa già prevede una responsabilità dell’azienda esecutrice. La scia di sangue si ferma modificando le norme su appalti e subappalti, si ferma prendendo il meglio dal territorio – a Reggio abbiamo il badge di cantiere, ad esempio – per renderlo modello, si ferma con la formazione e la consapevolezza che ci sono interi settori dove chi lavora non conosce una parola d’italiano, non può essere formato ma può essere spremuto come un limone e grazie alla Bossi-Fini vive spesso nell’illegalità".
La Cgil definisce dannosa la vostra legge sulla partecipazione dei lavoratori nelle imprese. "Quando la Cisl portò in Italia la contrattazione di secondo livello, fu attaccata. Oggi gli stessi che ci attaccavano difendono la contrattazione ma fanno le barricate contro la partecipazione dei lavoratori nelle imprese. Il cambiamento spaventa, lo capisco, ed è un copione già visto. Ma la verità è una sola: questa legge non obbliga nessuno, eleva alla massima potenza la capacità di contrattazione anche nelle piccole aziende per realizzare il miglior abito di sartoria. L’art. 46 della Costituzione antifascista lo chiedeva da quasi 80 anni, noi lo abbiamo fatto"
Il Pd si è astenuto sulla legge della partecipazione. ‘Il testo finale ha snaturato la proposta’. "Le quattro forme di partecipazione ci sono tutte, il fondo incentivante inizialmente previsto era di 50 milioni: sono diventati 72. La legge si applica anche alle aziende partecipate. È stato confermato il diritto soggettivo alla formazione per i lavoratori. Risultati enormi. Siamo seri: qualcuno non voleva questa legge e a Roma c’è stato l’ordine di scuderia".