Reggiana e stadio, la Mapei attacca i Piazza

Interviene la società di patron Squinzi. Annunciate azioni legali

Lo stadio Mapei-Città del Tricolore

Lo stadio Mapei-Città del Tricolore

Reggio Emilia, 14 marzo 2018 – Dopo le accuse, le polemiche, i botta e risposta che nei giorni scorsi hanno visto protagonisti Mike Piazza e la moglie Alicia Rickter, il sindaco Luca Vecchi ed ex dirigenti della Reggiana Calcio, sulle questioni relative allo stadio Città del Tricolore, utilizzato da Reggiana e Sassuolo calcio, interviene la Mapei Stadium, legata a patron Giorgio Squinzi, con l’obiettivo di “fare chiarezza”. “A fronte delle ingiustificate quando infondate e calunniose prese di posizione della proprietà di Ac Reggiana e del suo presidente nei confronti di Mapei Stadium, Sassuolo calcio, Mapei e dei suoi rappresentanti – dicono i proprietari dello stadio – intendiamo fare chiarezza sulla situazione relativa al mancato adempimenti di Ac Reggiana degli obblighi di pagamento dello stadio e dei relativi servizi”. La Mapei Stadium parte dal fallimento del 2005 della Mirabello 2000, fino all’acquisto dello stadio per una somma di 3,750 milioni di euro. Si aggiungono gli investimenti strutturali eseguiti, “trasformando una struttura fatiscente in un impianto tra i più attrezzati della serie A, usato pure per partite della Nazionale e di Europa League”. E si aggiunge: “Il 9 giugno 2016 è stato sottoscritto tra Mapei Stadium e Ac Reggiana il contratto di concessione fino al 30 giugno 2018, che prevede un corrispettivo annuo di 280 mila euro (80 mila per l’uso dell’impianto e 200 mila per prestazione di servizi). Non c’è stato alcun raddoppio dei costi, come invece sostiene Piazza. Risulta invece l’addebito ad Ac Reggiana del 13,7% degli ingenti costi di manutenzione e gestione dello stadio. “I toni e le parole sprezzanti dei coniugi Piazza si commentano da soli”, aggiungono dalla Mapei Stadium. E concludono: “I Piazza hanno riferito circostanze assai lontane dalla realtà, evidentemente al fine di addossare ad altri le cause delle perdite accumulate dalla loro società. Ledono il nome e l’immagina di Mapei e costituiscono un inaccettabile comportamento in relazione al quale i danneggiati si riservano ogni più opportuna iniziativa nelle competenti sedi, ferme restando le azioni che Mapei Stadium adotterà a tutela del proprio ingente credito”.