GIUSEPPE MAROTTA
Cronaca

Regia salva in B, è festa!. Mille tifosi in stazione ad abbracciare gli ‘eroi’. I cori: "Grazie ragazzi"

La squadra accolta ieri mattina alla Mediopadana tra i fumogeni. Girma sventola una bandiera nella folla e Rozzio stappa lo spumante.

La squadra accolta ieri mattina alla Mediopadana tra i fumogeni. Girma sventola una bandiera nella folla e Rozzio stappa lo spumante.

La squadra accolta ieri mattina alla Mediopadana tra i fumogeni. Girma sventola una bandiera nella folla e Rozzio stappa lo spumante.

Un’onda granata sotto le vele di Calatrava. Oltre mille tifosi hanno accolto i calciatori della Reggiana come degli eroi ieri mattina alla stazione Mediopadana dove è sbarcata in treno la squadra di ritorno da Castellammare dove venerdì sera, vincendo sul campo della Juve Stabia, ha centrato una stoica salvezza in Serie B, insperata fino a un mese fa. Il Frecciarossa di gioia ad alta velocità è arrivato puntuale allo scoccar delle 12,58. Già da mezzora i sostenitori della ’Regia’ – ultrà, ragazzini, famiglie, nonni coi nipotini, tutti con una sciarpa, una bandiera, una maglia granata addosso celebrativa o vintage che sia (da quelle di Simutenkov fino alle più nuove di Portanova e compagni) – si erano accalcati all’ingresso, tra fumogeni colorati, cori e canti. La discesa trionfale della squadra attraverso la scalinata che dai binari porta all’atrio della stazione, accende la festa.

"Grazie ragazzi", cantano tra gli scroscianti applausi scanditi dal suono dei tamburi. Un tifoso consegna una bottiglia di spumante a capitan Rozzio, pronto a far esplodere il tappo e a brindare in mezzo al bagno di folla che si divide come in due ali dove sfilano i giocatori. Tra i più acclamati ci sono il portierone ’Superman’ Francesco Bardi e Natan Girma uno dei simboli del traguardo salvezza, capace di siglare la doppietta decisiva venerdì sera, che non ci pensa un attimo ad afferrare un bandierone granata e a sventolarlo con un sorrisone smagliante. Ma il più richiesto è senza dubbio il tecnico Davide Dionigi. È lui il vero artefice del miracolo salvezza, capace in corsa e in soli due mesi – dopo aver sostituito l’esonerato Viali a fine marzo – di accendere la scintilla giusta per compiere una vera e propria impresa grazie alle ultime quattro vittorie consecutive. I tifosi lo cercano, lo bramano. C’è persino chi si inginocchia davanti a lui per ringraziarlo. Lui contraccambia, mano sul cuore, applaudendo, quasi però a schermirsi. Forse non ha realizzato ancora neppure lui che è stato il primo a crederci quando è salito al timone di una nave che sembrava affondare inesorabilmente due mesi fa. "Sei uno di noi, reggiano come noi", gli urlano. Lo abbracciano e lo avvolgono. "Chi non salta parmigiano è...", l’invito al tecnico. E ancora: "Oh Dionigi, portaci a Parma".

Una bolgia incontenibile, un’estasi durata un’ora tra lacrime di gioia ed emozioni. La Reggiana giocherà per il terzo anno consecutivo nel campionato cadetto. Una giornata che resterà negli annali del club e nel cuore caldo dei tifosi che per la loro passione viscerale meriterebbero feste per traguardi sportivi ben più nobili. Ma la bellezza, la semplicità e la purezza dei reggiani del pallone è anche questa. Un’ora di sbornia vissuta di pancia, poi tutti a casa a pranzo a gustarsi un bel piatto di cappelletti accompagnati da un bel bicchiere di lambrusco reggiano color granata. Sognando già la prossima stagione e a quel giorno che magari arriverà del ritorno in Serie A...

Giuseppe MarottaDaniele Petrone