DANIELE PETRONE
Cronaca

Relazione pericolosa Il giovane amante la picchia e la perseguita Finisce in carcere

Condannato a tre anni e due mesi un 32enne denunciato da una donna di 60. E la testimonianza in aula di lei lo inguaia: "Costretta ad avere rapporti con lui". Il giudice chiede alla procura di aprire un altro fasciolo per violenza sessuale . .

Relazione pericolosa  Il giovane amante  la picchia e la perseguita  Finisce in carcere

Relazione pericolosa Il giovane amante la picchia e la perseguita Finisce in carcere

di Daniele Petrone

Lui, un 32enne marocchino clandestino e lei una 62enne tunisina (convivente con un altro uomo), entrambi abitanti a Bibbiano. Da tempo avevano una relazione segreta di sesso occasionale, poi i rapporti sono diventati tossici. Il ragazzo ha cominciato a perseguitarla e a picchiarla diverse volte. E, stando a quanto ha raccontato lei, pure a violentarla. Fino a quando, la donna non ce l’ha più fatta e ha raccontato tutto ai carabinieri, facendolo arrestare e portandolo in tribunale dove ieri è stato condannato in abbreviato a tre anni e due mesi per stalking e lesioni aggravate. Col giudice Matteo Gambarati che – dopo aver ascoltato la dolorosa testimonianza della donna resa ieri in aula – ha segnalato alla Procura di approfondire le violenze sessuali, aprendo un altro procedimento. La goccia che ha fatto traboccare il vaso risale a maggio scorso quando i vicini di casa della donna hanno sentito rumori e grida provenire dall’appartamento. E così hanno chiamato i carabinieri che sono intervenuti immediatamente, trovando l’uomo armato di un coltello che la minacciava di morte. Da qui è scattato l’arresto, anche per detenzione illegale di armi. A quel punto la donna ha presentato una denuncia querela, raccontando tutto e mostrando i referti del pronto soccorso dell’ospedale al quale era stata costretta a ricorrere più volte. Ieri mattina si è tenuta la prosecuzione della direttissima. L’avvocato difensore Manuela Scognamiglio ha chiesto il rito abbreviato condizionato alla testimonianza della persona offesa. E il racconto straziante (col giudice che ha sospeso più volte per consentirle di bere e di calmarsi) della donna resa proprio di fianco al giovane (nella cella di sicurezza, scortato dagli agenti della polizia penitenziaria) che l’aveva terrorizzata ha messo ancora più nei guai l’uomo.

La donna ha riferito infatti in un’occasione di essere stata costretta con violenza ad avere un rapporto sessuale con lui. Il giudice Gambarati ha chiesto così di aprire un altro fascicolo d’indagine focalizzato sull’abuso. Il pm titolare del fascicolo Giulia Galfano (ieri sostituita in aula da un vpo) aveva chiesto una pena di due anni, ma il giudice ha superato la richiesta emettendo un verdetto di tre anni e due mesi di condanna. Entro 45 giorni saranno pubblicate le motivazioni. "Una volta lette, deciderò se impugnare il provvedimento", il lapidario commento della legale Scognamiglio. Inoltre, potrebbe aprirsi una procedura di espulsione nei confronti del condannato, irregolare sul territorio, che viveva a Bibbiano ospite a casa del fratello.